Pavia: ambulanze, caporalato e appalti truccati

La Guardia di Finanza di Pavia sta ponendo sotto sequestro una cooperativa operante nel settore dei trasporti sanitari, tra i primi operatori nazionali, affidataria di appalti pubblici in tutta Italia oltreché beni per un importo di circa 200 mila euro (tra cui disponibilità finanziarie, fabbricati, terreni ed autoveicoli).

L’odierna attività di polizia giudiziaria rappresenta la naturale prosecuzione di un’indagine che, già nel marzo scorso, aveva portato all’arresto di 4 persone, nonché perquisizioni e sequestri di apparati informatici in diverse aree geografiche del Paese (Lombardia, Marche, Lazio e Sicilia), per i reati di turbativa d’asta e frode nelle pubbliche forniture.

Le indagini hanno permesso di individuare diverse gare d’appalto per l’affidamento dei servizi di trasporto in ambulanza in diverse parti del territorio nazionale vinte dalla predetta cooperativa che sono però risultate turbate e per le quali sono state riscontrate diverse frodi nell’esecuzione del servizio pubblico.

La cooperativa agiva tramite prestanomi ed aveva escogitato un metodo infallibile per aggiudicarsi tutti gli appalti a cui partecipava: proporre prezzi talmente bassi che talvolta superavano il limite della anti-economicità e assicurare, solo formalmente, una folta flotta di mezzi.

Emblematico è quanto emerso dalle videoriprese effettuate in talune ambulanze, ovvero, che venivano raramente eseguite sanificazioni all’interno del vano sanitario delle ambulanze che, invece, avrebbero dovute essere eseguite dopo il trasporto di ogni paziente (così come previsto dalla normativa regionale e dal contratto d’appalto) soprattutto in tempo di pandemia da Covid-19. 

Le indagini hanno permesso di dimostrare come la cooperativa indagata ed oggi sotto sequestro, abbia potuto far fronte ad un considerevole ribasso rispetto alle tariffe indicate dalle Stazioni Appaltanti attraverso un’illecita manipolazione dei costi del lavoro. In particolare, la cooperativa remunerava i propri dipendenti con stipendi molto inferiori ai minimi salariali previsti dal contratto collettivo nazionale costringendo, di fatto, i propri lavoratori a prestare anche attività come volontari, traendone un enorme vantaggio concorrenziale.

In funzione delle numerose gare d’appalto turbate, delle ripetute frodi nelle pubbliche forniture, della acclarata condizione di sfruttamento dei lavoratori e della corresponsione di retribuzioni in modo palesemente difforme al contratto collettivo nazionale, il Tribunale di Pavia – G.I.P. Maria Cristina Lapi, ha disposto un sequestro preventivo dell’intero compendio aziendale della cooperativa il cui patrimonio è di circa 5 Milioni di euro oltreché il sequestro per equivalente di circa 200 mila euro in capo ai caporali.

Il pubblico servizio svolto dalla cooperativa non verrà comunque interrotto in quanto, lo stesso Tribunale, ha incaricato un amministratore giudiziario per la gestione e la corretta continuazione delle attività di soccorso.

L’inquinamento del settore degli appalti, come risaputo, emargina le imprese oneste dalle procedure ad evidenza pubblica, con l’ulteriore, negativo effetto rappresentato dalla penetrazione di un’economia illegale in settori strategici. Di contro, il corretto impiego di fondi pubblici aiuta, nell’attuale momento emergenziale dovuto al COVID-19, ad arginare l’impatto negativo della crisi economica e sociale.

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