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Pnrr: Lorefice (M5S) fallimento economico, inutile nasconderlo

Pietro Lorefice, Senatore del M5S, Segretario di Presidenza del Senato e membro della Commissione politiche UE di Palazzo Madama, commenta nella nota che segue, il mancato successo che avrebbe dovuto riscuotere il Pnrr qualora fosse stato utilizzato correttamente.

L’impressione – scrive Lorefice – è che questo Governo, la cui curva di inadeguatezza è in costante crescita, abbia scelto di sopportare i deprimenti effetti del cabaret messo in scena dai suoi esponenti pur di nascondere i drammatici fallimenti economici. In questo momento per Meloni e ‘sovranisti’ al seguito è meglio mettere in mostra l’autoumiliante intervista di Sangiuliano all’inginocchiato Tg1; è meglio evocare inchieste sulle sorelle d’Italia; è meglio tergiversare sulle separazioni tra sorelle e cognati d’Italia.
Tutto, pur di non dire le cose che davvero contano.

Le lacrime di Sangiuliano e questi altri fatti, però, non riusciranno ad annacquare il deterioramento costante del quadro economico
italiano, il crollo dei redditi reali che collocano l’Italia nelle retrovie europee, i 17 mesi consecutivi di crollo della produzione industriale, il record di poveri assoluti, una
Manovra lacrime e sangue inflitta dal Governo agli italiani dopo la servile approvazione del nuovo Patto di stabilità, il deficitario stato di avanzamento del Pnrr.

Ultimo in ordine di tempo, un Rapporto del Forum Ambrosetti oggi rafforza quanto già esplicitato dall’ultima Relezione semestrale governativa e dalla Corte dei conti UE, ovvero gli enormi ritardi nell’attuazione del Pnrr, con ricadute penalizzanti per il Sud.

Sì, perché non solo è stato messo a terra solo il 25% del Piano da 200 miliardi; non solo nel 2024 sono finora stati spesi solo 9 miliardi sugli oltre 40 programmati; non solo ci sono missioni
come Coesione e Salute il cui stato di avanzamento oscilla intorno al solo 10%; ma tra le risorse attivate emerge che quelle a beneficio del Sud sono sotto la soglia del 40%, soglia minima che era stata individuata per fa affluire una quota appena sufficiente di investimenti al Mezzogiorno.

D’altro canto lo stesso ex Ministro Fitto, ora impegnato nella sua trionfalistica cavalcata verso Bruxelles, aveva ammesso questo calo di investimenti al Sud del Pnrr, evocando l’ennesima rimodulazione.

Ma a cosa ha portato l’incredibile accentramento
di potere economico in capo a Fitto? A niente, come dimostrano relazioni e report vari. E adesso, senza la benché minima decisione sulla gestione delle deleghe che aveva Fitto, si rischia drammaticamente di passare dalla padella alla brace. Siamo a un passo dal dilapidare il più grande piano di investimenti che l’Italia abbia avuto da Dopoguerra, dal quale la stessa Meloni si attende un contributo del 90% alla crescita italiana del 2024 e senza il quale il Paese sarebbe già sprofondato in recessione – conclude la nota del Senatore.

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