Povertà assoluta in sostanziale aumento

Nell’anno della pandemia si azzerano i miglioramenti registrati nel 2019. Dopo 4 anni consecutivi di aumento, si erano infatti ridotti in misura significativa il numero e la quota di famiglie (e di individui) in povertà, pur rimanendo su valori molto superiori a quelli precedenti la crisi del 2008.

Secondo le stime preliminari, nel 2020 le famiglie in povertà assoluta sono oltre 2 milioni, per un numero complessivo di individui pari a circa 5,6 milioni (oltre 1milione in più rispetto all’anno precedente).

Nel 2020 si è registrato un calo record della spesa per consumi delle famiglie. E’ quanto emerge dalle stime preliminari Istat. L’aumento della povertà assoluta si inquadra nel contesto di un calo record della spesa per consumi delle famiglie (su cui si basa l’indicatore di povertà). Secondo le stime infatti, nel 2020, la spesa media mensile torna ai livelli del 2000 (2.328 euro; -9,1% rispetto al 2019). Rimangono stabili solo le spese alimentari e quelle per l’abitazione mentre diminuiscono drasticamente quelle per tutti gli altri beni e servizi (-19,2%).

L’incremento della povertà assoluta registrato nel 2020 è maggiore nel Nord del Paese e riguarda 218mila famiglie, per un totale di 720mila individui. Il Mezzogiorno resta l’area dove la povertà assoluta è più elevata: coinvolge il 9,3% delle famiglie contro il 5,5% del Centro. E’ quanto emerge dalle stime preliminari dell’Istat pubblicate in Statistica today.

In generale l’incidenza di povertà assoluta, spiega l’Istat, cresce soprattutto tra le famiglie con persona di riferimento occupata (7,3% dal 5,5% del 2019). Si tratta di oltre 955mila famiglie in totale, 227mila famiglie in più rispetto al 2019.

Tra queste ultime, oltre la metà ha come persona di riferimento un operaio o assimilato (l’incidenza passa dal 10,2 al 13,3%), oltre un quinto, un lavoratore in proprio (dal 5,2% al 7,6%).

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