Pronti per la manovra: servono circa 45 miliardi di euro

Il nuovo Governo inizia dalla faccenda più complessa: la manovra. Servono almeno 15 miliardi di euro nel primo trimestre del 2023 per confermare gli attuali aiuti alle famiglie e alle imprese contro il caro-energia. Servono circa 20 miliardi per taglio del cuneo fiscale del 2% per i redditi fino a 35mila euro, rinnovo dei contratti degli statali, rivalutazione delle pensioni adeguandole all’inflazione, copertura di spese indifferibili, tra cui la conferma degli aiuti all’Ucraina.

In più, le promesse elettorali. Il partito di Meloni ha parlato di un’estensione del taglio del cuneo fiscale e di una deduzione extra sul costo del lavoro. Poi ci sono l’estensione della flat tax per le partite Iva fino a 100mila euro e l’intervento sulle pensioni per non tornare alla legge Fornero.

Il conto finale è pari a 45 miliardi di euro, circa.  Da extra-entrate delle tasse dovute all’inflazione, prelievi dagli extraprofitti delle società energetiche, pace fiscale e rimodulazione dei fondi strutturali europei non spesi si arriva a circa 25 miliardi.

Salteranno pensioni minime, bonus 150 allargato e taglio IVA IRAP IRES e IRPEF

E gli altri soldi? Pare che si dovrà riformulare o addirittura abolire il Reddito di cittadinanza. Si potrebbe poi procedere da subito alla rimodulazione dei bonus casa: a rischio tagli sono soprattutto il Superbonus 110% e il bonus facciate. Quasi sicuramente, poi, salteranno l’aumento delle pensioni minime, l’allargamento del bonus 150 euro e il taglio di Iva, Irap, Ires e Irpef.

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