Tra voci di esilio a Minsk e news secondo cui avrebbe recuperato armi e soldi, le ipotesi sul destito di Prigozhini si rincorrono. “Se pensate che Putin sia così malizioso e vendicativo da ‘spazzarlo via’ domani, no, questo non accadrà”, dice il Presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko, che 15 giorni fa ha svolto il ruolo di mediatore riportando – a quanto pare – Prigozhin sulla retta via. La Wagner è stata sostanzialmente smantellata in Russia. Ma Putin, dice Lukashenko, non pianifica una vendetta. Non immediata, almeno. Anche per questo, quindi, Prigohzin “è a San Pietroburgo” secondo il Presidente bielorusso, magari nella residenza in cui i servizi russi nei giorni della rivolta hanno trovato armi, denaro, lingotti d’oro e travestimenti assortiti
Il Cremlino formalmente si mostra disinteressato. “Non abbiamo né l’opportunità, né il desiderio” di seguire i movimenti di Evgheny Prigozhin, dice il Portavoce di Putin, Dmitry Peskov. Il Cremlino assicura che continuano a essere valide le dichiarazioni di sabato scorso, quando Mosca e Minsk hanno discusso del trasferimento di Prigozhin in Bielorussia.
USA: “non ci sono nuovi dettagli da fornire”
Gli Stati Uniti osservano l’evolversi della situazione. La Casa Bianca non ha informazioni sul luogo in cui si trovi il leader e fondatore del gruppo Wagner. ”Non ho nuovi dettagli da fornire su dove si trovi o su qualsiasi altra cosa riguardante Prigozhin o il gruppo Wagner”, dice il Vice portavoce della Casa Bianca Andrew Bates ai giornalisti, limitandosi ad affermare che Washington “continua a monitorare la situazione”.
Un altro tassello al mosaico viene aggiunto da Jens Stoltenberg, Segretario generale della NATO. “Abbiamo visto alcuni preparativi per ospitare ampi gruppi di soldati della Wagner in Bielorussia, ma finora non ne abbiamo visti molti andare in Bielorussia”, dice. E Prigozhin? “Si sta muovendo un po’ intorno”, dice, con una formula che non esclude e non conferma nulla.