Rai, perdita di ascolti e di credibilità

Nella nostra Redazione c’è un solo Tg All News che viene monitorato tutto il giorno, perché garantisce la pluralità e l’indipendenza dell’informazione ed è SkyTg24.

Fino a qualche anno fa, la Rai, come proprietà esclusiva del servizio pubblico, ha visto protagonista la politica che  si e’ spartita equamente le nomine nel CdA, nelle Direzioni delle Reti e nelle S rete dei conduttori di vari programmi strategici per l’Azienda.

Non era e non è una novità, perché avveniva e avviene anche nelle grandi società dei diversi comparti industriali a capitale pubblico.

La Rai rappresentava un’eccellente scuola di formazione per le diverse professionalità di chi lavorava nel mondo della televisione.

Purtroppo, in questi ultimi anni, dopo l’avvento delle televisioni commerciali, che si pensava facessero scattare la molla della sana competitività professionale all’interno dell’azienda e al tempo stesso della ricerca di una crescente professionalità e relativa qualità, si è assistito esattamente al contrario.

Infatti, quell’equa ripartizione della politica della “prima repubblica” sulle nomine dei vertici ai vari livelli, espressione seppure opinabile di un velato pluralismo, e’, via via, venuta meno a vantaggio solo ed esclusivamente di chi governa il Paese, con un’evidente epurazione di professionisti di opposta ideologia, con una crescente perdita di qualità del prodotto offerto agli utenti e di credibilità giornalistica, per un’inevitabile faziosa e clientelare gestione del prodotto che ha penalizzato il merito e la pluralità di pensiero e di parola, soprattutto per quanto riguarda l’informazione.

Del resto, la continua perdita di consensi e di ascolti da parte del pubblico nei confronti dell’offerta televisiva da parte dell’editore del servizio pubblico, non può che confermare quanto sopra.

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