La Moldova ha votato ‘Sì’ all’iscrizione nella Costituzione del percorso per l’adesione all’Unione europea, anche se di margine, solo con qualche migliaia di voti in più rispetto ai ‘No’.
Con il 99,2% delle schede scrutinate, il 50,3% dei moldavi ha approvato il quesito referendario contro il 49,7% che invece lo ha bocciato. Non è ancora il risultato ufficiale ma il margine è sufficiente a sancire il risultato definitivo. Sono state le centinaia di migliaia di emigrati nei Paesi europei, negli Stati Uniti e in Canada, che hanno votato dall’estero, quindi scrutinati più tardi, a rendere possibile la vittoria del fronte filo occidentale.
La Moldova si è recata ieri alle urne sia per le elezioni presidenziali che per il referendum. Votazioni che hanno segnato un momento chiave nel tira e molla tra Russia e Occidente sul futuro del piccolo paese dell’Europa sudorientale senza sbocco sul mare, con una popolazione di circa 2,5 milioni di persone.
La Presidente Sandu: “Mosca ha cercato di indebolire il voto“
“La Moldova ha dovuto affrontare un assalto senza precedenti alla libertà e alla democrazia, sia oggi che negli ultimi mesi” – aveva intanto puntato il dito la Presidente filo-occidentale del Paese, Maia Sandu, durante lo spoglio dei voti delle presidenziali, aggiungendo che “gruppi criminali hanno cercato di indebolire il processo democratico”.
Le accuse contro Mosca della presidente moldava includevano il finanziamento di gruppi di opposizione pro-Cremlino, la diffusione di disinformazione, l’ingerenza nelle elezioni locali e il sostegno a un importante programma di acquisto di voti. Sandu ha parlato di “attacco senza precedenti alla libertà e alla democrazia del nostro Paese da parte di forze straniere”.