Secondo le prime stime, è flop: Marine Le Pen e il suo Rassemblement National restano decisamente indietro. Volano, invece, Républicains e Unione di Sinistra e Ecologisti. Deludenti i risultati anche de En Marche! dell’attuale Presidente Emmanuel Macron.
Dovevano essere le prove generali di un duello all’Eliseo fra Macron e Le Pen e invece i numeri dicono tutt’altro. Il partito di Marine Le Pen resta fermo al 20,5% e non conquista nemmeno una regione, nemmeno la Provenza-Alpi-Costa Azzurra. Macron frena al 7%. Più incoraggianti, come detto, i risultati della “guache”: 38% ai Républicans e 34,5 % agli ecologisti.
La percentuale più alta è stata quella delle astensioni: il 66% dei 48milioni di francesi aventi diritto non è andato alle urne per questa tornata di regionali. In sostanza un elettore su tre non ha votato. Ed è proprio questo astensionismo, secondo gli esperti, che ha decretato gli scadenti risultati della destra nazionalista.
Delusione per l’ex Front National che molti sondaggi davano invece come in forte progressione in questo voto test a dieci mesi dalla corsa all’Eliseo. Secondo gli esperti, il Rassemblement National sconta l’astensionismo record. Come nel primo turno di domenica 20 giugno, circa due elettori su tre hanno snobbato le urne. Schiaffo anche alla maggioranza presidenziale di Emmanuel Macron, ferma al 7%, una conferma dello scarso radicamento di En Marche a livello locale.
Non ci sarà nessun rimpasto di governo ma degli “aggiustamenti necessari e limitati“, hanno fatto sapere fonti dell’Esecutivo a Bfm-tv. Questo scrutinio segna invece il grande ritorno della destra neogollista. Con il 38% delle preferenze, Républicains e alleati appaiono come la prima forza politica del Paese, pronti a lanciarsi nella corsa presidenziale.
Al momento, il più determinato sembra essere Xavier Bertrand, Presidente uscente della regione Hauts-de-France, che è stato riconfermato piazzandosi primo davanti al candidato lepenista e che già parla da candidato presidenziale: “Questo risultato mi dà la forza per venire incontro a tutti i francesi”, ha dichiarato subito dopo la chiusura dei seggi. “Bene anche l’unione della gauche e degli ecologisti, con il 34,5% delle preferenze, in quello che sembra un ritorno dei partiti più tradizionali del “vecchio mondo“.