È ovvio che nella situazione politica attuale ci sono evidenti criticità e tensioni sia nella maggioranza di governo che nelle opposizioni. I partiti che sostengono Giorgia Meloni non intendono ovviamente correre il rischio di un rimpasto o di qualunque altra azione che possa mettere in crisi la tenuta della maggioranza e di conseguenza licenziare l’attuale Governo.
È legittimo che una volta essere riusciti a riacciuffare le poltrone del potere i vari partiti cerchino di mantenere le posizioni attenuando per quanto possibile le tensioni interne, in parte nascondendole, e cercando di addolcire le diversità di pensiero e di punti di vista dei componenti della coalizione.
È indubbio che Giorgia Meloni stia facendo di tutto per tenere uniti Matteo Salvini e Antonio Tajani che la pensano diversamente su molti dei provvedimenti che il Governo ha adottato e dovrà adottare, ma è l’unica strada per poter restare saldamente seduta e seduti sulle rispettive poltrone di Palazzo Chigi. E quando le tensioni aumentano, basta che Giorgia paventi il fantasma della crisi di Governo, che ciascuno ritrovi la lucidità per abbozzare e tirare avanti.
Questo comportamento è evidente anche da alcune dichiarazioni, a volte apparentemente intransigenti di Forza Italia e contrarie in particolare alle politiche leghiste, che alla resa dei conti, deve ammorbidire i toni del proprio disappunto e adattarsi alla “ragion di Stato”.
Ieri ad esempio in una intervista radiofonica Antonio Tajani, intervistato sull’ipotesi di un rimpasto di Governo ha risposto – “Io sono contrarissimo a qualsiasi tipo di rimpasto. Non è servito per la sostituzione di Sangiuliano che si è dimesso per dimostrare la propria correttezza e non perché qualcuno glielo ha chiesto.
Così accadrà per la soluzione delle competenze di Fitto e mi auguro che non ci siano decisioni giudiziarie negative per il ministro Santanché, si vedrà. Ma il rimpasto non serve, non c’è un problema politico nella maggioranza”.
Tajani su Radio1, ha dichiarato che si potrà procedere a sostituzioni individuali, ma ha precisato – “non anticipiamo cose che nessuno ha detto che si debbano fare. Il Ministro Giorgetti ha escluso l’ipotesi di tassare gli extraprofitti delle banche e non ne ha mai parlato – ha spiegato poi Tajani – Io ho solo detto che siamo contrari a imposizioni dall’alto. E’ giusto che le banche diano un contributo, bisogna confrontarsi con loro ma questo non significa imporre delle tasse dall’alto”.
Insomma, come dire, la pensiamo diversamente su molte cose, ma alla fine se vogliamo restare al governo dobbiamo restare uniti e quindi abbozziamo.
Del resto la debole opposizione del Centro Sinistra sempre alle prese con le ataviche tensioni all’interno dei partiti che ne fanno parte e che non consentono di creare un’alternativa di fronte comune rispetto all’attuale maggioranza, facilita il compito di Giorgia Meloni nel riuscire a tenere le fila di una situazione che è tutt’altro che semplice anche negli stessi rapporti interni della compagine politica del Centro Destra.