A quattro giorni dalla data in cui le scuole superiori dovrebbero riaprire in presenza al 50%, c’è l’opportunità di rinvio dell’apertura a dopo metà gennaio alla luce dell’aumento dei contagi.
Le voci degli esperti
Secondo Elvira Serafini, Segretario dello SNALS, uno dei sindacati più importanti della scuola: “Stiamo prendendo atto dei problemi dell’aumento dei contagi di questi giorni. Il giorno 18 gennaio potremmo già avere un’idea dell’andamento epidemiologico e decidere a ragion veduta”.
Della stessa idea è il Direttore Sanitario dello Spallanzani di Roma, Francesco Vaia: “sarebbe prudente attendere almeno la seconda metà di gennaio per vedere gli esiti delle misure di questo periodo per far rientrare gli studenti nelle aule.”
Continua Vaia: “per l’apertura delle scuole bisogna puntare sul potenziamento dei trasporti e alla sicurezza degli spazi comuni, oggi potrebbe significare poter vaccinare il personale scolastico sia docente che non docente per creare un ambiente il più possibile immune”.
La parola alla scienza e al CTS
Secondo il Presidente dell’ Associazione Nazionale Presidi Antonello Giannelli: “per l’apertura delle scuole ci si deve basare sulle evidenze scientifiche rappresentate dal CTS. Quindi, la frequenza deve essere ripristinata, ma senza turnazioni dannose per l’organizzazione di vita e di studio dei ragazzi, limitando al massimo l’ampiezza degli scaglionamenti”.
Secondo Giannelli: “Dentro le scuole le regole vengono rispettate e il rischio di contagi è minimo, come attestato da studi internazionali. Chiediamo da mesi che anche fuori dagli istituti scolastici le regole vengano rispettate e che si pratichi uno screening capillare e continuo tramite tamponi rapidi”.