Rutelli: “riapertura sale cinema? No al facile ottimismo”

Sulla riapertura delle sale cinematografiche, prudenza verso un eccessivo ottimismo, sostiene Francesco Rutelli, Presidente di ANICA. “Il Governo aveva avuto indicazioni restrittive dal comitato tecnico scientifico, nonostante in base a tutte le linee di rilevazione le sale aperte non hanno poi creato grossi problemi sanitari”.

“Ma è anche vero – aggiunge Rutelli –  che aprire una sala è un processo industriale non è come aprire un negozio di ferramenta. C’è un problema di programmazione, di bilancio, di informazione al pubblico e di agibilità delle sale”. E ancora: “Nessun facile ottimismo, sono prudente perché si deve pensare a riaperture in sicurezza”.

Il Presdiente di ANICA, che oggi ha presentato a Roma ‘ReImagine‘,  un corto di dieci minuti  sul valore della ricerca scientifica, iniziativa dell’azienda farmaceutica Novartis e One More Pictures, ha aggiunto: “Non credo ci sia stata poca attenzione da parte dei Governi in una situazione così drammatica rispetto alla riapertura delle sale. Abbiamo avuto un incontro con il Ministro la settimana scorsa, noi dell’ANICA, ma anche l’ANEC e vedremo quale sarà la risposta. Una cosa è certa: la produzione industriale non si è mai fermata, c’è molta resilienza nell’ambiente cinema. Si va avanti sempre nel rispetto dei rigorosi protocolli”.

In  tutta la filiera della produzione cinematografica, che occupa circa 200mila persone, “c’è una parte fondamentale del prestigio, del rispetto e dell’apprezzamento del nostro Paese nel mondo – durante il pieno della pandemia aveva sottolineato Rutelli precisando anche che  “la gente, pur chiusa in casa, ha potuto comuqnue vedere  su computer, televisioni, piattaforme e telefonini tanti prodotti cinematografici italiani“.

Il 2019:  l’anno d’oro delle sale

In un articolo pubblicato dal quotidiano “Il Post” del 15 gennaio del 2020 si leggeva: I dati dicono che presenze e incassi sono in crescita, e soprattutto smentiscono il vecchio luogo comune per cui d’estate le persone non vogliono andare al cinema.

ll cinema nel 20219 aveva riscosso un rinnovato successo in Italia, paese in cui era cresciuto più che nel resto d’Europa. Si erano venduti oltre 100 milioni di biglietti. Nel 2019 i film italiani hanno incassato 134,8 milioni di euro: il 21,2 per cento del totale. Più di un terzo dei film usciti in Italia nel 2019 è stato di produzione o coproduzione italiana e  i film distribuiti in formato 3D sono stati 27.

Così scriveva l’ANICA nel 2019 a proposito del periodo in cui i film avevano conseguito i migliori incassi. I saldi positivi maggiori sono stati registrati nei mesi estivi di luglio (+108,90%) e agosto (+45,91%) e ad aprile (+41,15%). Il mese di agosto, in particolare, ha registrato il più alto incasso per il periodo dal 1995, anno di inizio delle attività di rilevazione da parte di Cinetel. Quello, infatti, fu l’anno di controtendenza. Solitamente la maggiore affluenz nelle sale cinematografiche si registrava nei mesi di gennaio e febbraio.

Anche il 2020 era iniziato in modo straordinariamente positivo. Aveva vinto anche prestigiosi premi internazionali grazie ai nostri talenti, ma la pandemia ha sortito inevitabilmente gli effetti che tutti conosciamo.

Le  sale cinematografiche attive durante tutto il 2019 sono state 3.542, per un totale di 1.218 cinema. In più della metà dei casi si tratta di monosale, circa l’8,68 per cento degli incassi del mercato. I cinema aperti con più di sette sale sono stati 131 e ognuno  ha costituito il 38,3 percento degli schermi totali.

Ora si tratta di pensare a nuove modalità di fruizione del prodotto cinematografico. Qualcuno ritiene che piattaforme come Netflix  dimostrino che il cinema non ha più bisogno del cinema.  Noi, viceversa, siamo  più convinti che mai che, l’odore, l’atmosfera e le emozioni che ci ttasmette il grande schermo nella sala, non conoscano sostituti.

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