Salone del Libro: superato il record del 2019. Oltre 150 mila persone

Si è chiuso alla grande, anzi alla grandissima, la XXXIII edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino. Ieri, lunedì 18 ottobre, è stato l’ultimo giorno di questo ritorno tra i libri in presenza. 

A Torino, questi giorni, è successo qualcosa di incredibile. Avevamo sognato a lungo, non eravamo arrivati a sognare questo. Un’esplosione di gente felice di ritrovarsi dopo tanto tempo, di abbracciarsi, di stare insieme. È un segno fortissimo per il ritorno alla normalità. Sfogliare un libro fa poco rumore, arriva difficilmente alle cronache, ma se lo fanno in centinaia di migliaia, insieme, nello stesso posto e negli stessi giorni, danno un segnale che non può essere ignorato. E infatti non lo è stato“. A scrive queste parole Nicola Lagioia, direttore del Salone del Libro; questa mattina ha voluto dire la sua con un post su Facebook; un post pieno di felicità per il successo di questa edizione, inaugurata con molte incognite e che si è conclusa con un bilancio migliore delle aspettative di una settimana fa.

Le parole di Nicola Lagioia continuano: “Esiste anche questo Paese; è una parte importante del Paese. Non commettete l’errore di ignorarlo. Persone di tutte le provenienze e di tutte le età sono arrivate al Lingotto. In più, c’è stato per la prima volta un abbassamento sensibile dell’età media, tantissimi giovani e giovanissimi, facce che al Salone non si erano mai viste. È successo qualcosa“. I numeri di questo Salone del Libro sono di tutto rispetto. 150 mila persone per un ritorno in presenza di cui si sentiva la mancanza. L’edizione del 2019 già era stata un successo in merito a presenze, ma questa nuova edizione ha superato il precedente record. Soprattutto considerando un anno pandemico di mezzo e le varie restrizioni covid ancora in vigore. 

Il Direttore Lagioia chiude il suo post in maniera patriottica, elogiando questo nostra fantastico Paese che in questo 2021 è stato il Paese migliore del mondo. “Credo sia il primo evento di queste dimensioni a livello internazionale legato all’editoria che si organizza da quando c’è stata la pandemia. L’Italia ha fatto da apripista, credo possiamo esserne orgogliosi e prendercene insieme la responsabilità. Il Salone non ha un pubblico, ha una comunità. Organizzare tutto così rocambolescamente ha portato a qualche ritardo e disservizio, di questo ci scusiamo. Cercheremo di essere all’altezza di tutto l’amore che è arrivato“.

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