Salvatore Garau e la sua prima opera immateriale venduta all’asta

Salvatore Garau non è nuovo a creare sculture “immateriali” cioè non visibili e per alcuni che non esistono. Nel gennaio di quest’anno l’artista aveva realizzato la sua prima opera immateriale, che si trova a Piazza Manno, a Oristano: “L’uomo che pensa“; e poi aveva dato vita a un’altra opera di questo tipo, stavolta a Milano, e l’aveva posizionata nella centralissima piazza della Scala, di fronte alle Gallerie d’Italia dal titolo “Buddha in contemplazione“.

Salvatore Garau – Buddha in contemplazione – 2021 – Milano

E presto ne arriverà un’altra, a New York. “Le sculture immateriali che installerò nelle città di tutto il mondo saranno sette in totale. La terza sarà nel cuore di Wall Street, a 50 metri dalla Borsa di New York. Verrà posizionata a fine mese. L’iniziativa è stata resa possibile grazie al sostegno dell’Istituto italiano di Cultura di New York. Il mio obiettivo è completare i sette lavori entro due anni e mezzo. Parallelamente realizzerò anche alcune opere per i privati, ma saranno pochissime” ha raccontato Salvatore Garau. 

Salvatore Garau e”Io sono”

Ma quello che è successo all’asta organizzata da Art-Rite Auction House di Milano, va oltre ogni immaginazione. L’opera  “Io sono” è stata venduta per ben 15 mila euro; di fisico l’acquirente si ritroverà tra le mani solo il certificato di garanzia, che testimonia l’archiviazione dell’opera e rappresenta l’unico elemento visivo presente nel catalogo dove, al posto della tradizionale immagine di un’opera tangibile, è riprodotto uno spazio bianco assoluto. L’opera andrà collocata in un’abitazione privata entro uno spazio libero da qualsiasi ingombro, dalle dimensioni di circa 150 x 150 centimetri.

Il buon esito dell’asta testimonia un fatto inconfutabile. Il vuoto non è altro che uno spazio pieno di energia, e se anche lo svuotiamo e resta il nulla, secondo il principio di indeterminazione di Heisenberg quel nulla ha un peso. Ha quindi energia che si condensa e si trasforma in particelle, insomma in noi! Nel momento in cui decido di “esporre” in un dato spazio una scultura immateriale, quello spazio concentrerà una certa quantità e densità di pensieri in un punto preciso, creando una scultura che dal solo mio titolo prenderà le più svariate forme. In fondo non diamo forse forma a un Dio che non abbiamo mai visto?” questo il commento di Salvatore Garau ad asta chiusa.

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