Sangiuliano, Santanche’ e Fitto mettono in bilico il Governo

Di certo le vicende personali e istituzionali, per molti aspetti diverse, dei tre Ministri di FdI, non lo rafforzano.

Sarebbe stato certamente preferibile il silenzio rispetto all’intervista  rilasciata mercoledì sera dal Ministro Sangiuliano al Direttore del Tg1, perché le parole dell’intervistato non hanno archiviato il caso della presupposta consulenza fantasma di Maria Rosaria Boccia, e anzi  hanno alimentato ancora di più un clima di incertezza attorno al titolare del Dicastero della Cultura.

Le polemiche che ne sono derivate e le nuove dirompenti rivelazioni di Maria Rosaria Boccia, che ne promette di ulteriori, continuano ad mettere in discussione il futuro del Ministro, chiaramente in bilico. Le sue vicende, scandite dalle devastanti storie Instagram e dalla prima intervista a La Stampa dell’imprenditrice di Pompei, impensieriscono molto la Premier che, comunque, sembra voler prendere ancora tempo sulla vicenda.

Tutto il Governo è in fibrillazione. A Palazzo Chigi in giornata si è presentato il Vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani, e si dice anche Salvini, che hanno avuto un colloquio con Giorgia Meloni per fare il punto, sebbene si specifica  in ambienti di Governo limitato  ai  temi di politica estera. Ma seppure plausibile in vista del G7 di Napoli, sembra improbabile che non abbiano toccato anche il tema relativo al caso Sangiuliano. Tuttavia, non vi  sarebbe stato nessun vertice di maggioranza, precisano dall’Ufficio Stampa della Presidenza in riferimento ad alcune indiscrezioni giornalistiche.

Ad appesantire un clima già molto teso,  c’è l’esposto presentato dal verde Angelo Bonelli alla Procura della Repubblica di Roma (con allegati articoli di stampa, mail e screenshot dei social di Boccia) e suoi possibili risvolti giudiziari, con l’ipotesi di peculato. Ma sotto la lente di ingrandimento, c’è anche il messaggio criptico postato dall’imprenditrice su Instagram, in cui sembrerebbe chiamare in causa Meloni o qualcuno a Palazzo Chigi.

La linea ufficiale del Partito, dettata dalla stessa Meloni nella prima e unica dichiarazione sul tema, è che Sangiuliano può restare al suo posto intanto che restano solide le sue due verità: che Boccia non ha avuto accesso a documenti riservati, in particolare sul G7 Cultura e che per lei non siano stati spesi soldi pubblici.

Se tutto ciò è confermato, il caso rimane “gossip” e non inciderà sull’assetto di Governo, ma se dovessero emergere prove contrarie, l’addio sarebbe praticamente immediato. E quella sorta di fiducia a tempo accordata dalla Premier fino al summit del 19-21 settembre a Napoli  verrebbe immediatamente meno.

Intanto, all’interno di FdI, non è facile orientarsi perché c’è chi non parla per non infierire su un caso definito “personale” ed “umano”, chi perché è in imbarazzo, chi perché non vuole indisporre la Presidente del Consiglio, alle prese con una decisione quanto meno complicata.

Nel Partito serpeggia agitazione e sconcerto e i prevedono che Sangiuliano non reggerà ancora per molto. “Non ci scommetterei a lungo termine – afferma un parlamentare meloniano a microfoni spenti – ma o si dimette subito o a questo punto resta“. “A Meloni non piace farsi dare la linea dai giornali, per ora è gossip, poi se esce altro si vedrà…“, ha affermato un altro parlamentare.

Ma qualcosa già si muove e da giorni ormai si starebbero esaminando profili per l’eventuale successione, incluso quello di Alessandro Giuli, da quasi due anni Presidente della Fondazione MAXXI, Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma.

Gli alleati stanno alla finestra e non mettono bocca: sanno che il terreno è scivoloso e che la questione è in mano solo a Meloni, che appare di cattivo umore e preoccupata.

Per tutto il giorno là Premier è stata a Palazzo Chigi, salvo un incontro istituzionale con il Presidente dell’Azerbaigian. L’atmosfera di incertezza avvolge anche i prossimi appuntamenti della Premier, anche se per il momento la partecipazione al G7 dei Parlamenti, è confermata.

Nei giorni scorsi il Quirinale ha smentito la voce di una telefonata sul caso Sangiuliano fra il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e Meloni. Ma è evidente che se nei prossimi mesi dovessero cambiare tre Ministri, servirebbe una nuova fiducia in Parlamento. Un’ipotesi che non si può escludere, considerando che su Daniela Santanchè (Turismo) pende una richiesta di rinvio a giudizio, e Raffaele Fitto (Affari europei) è destinato a Bruxelles.

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