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Sanremo 2023: finisce l’edizione dell’auto-tune ma vince la canzone

Finisce anche questa edizione del Festival di Sanremo e finisce per fortuna meritatamente con la vittoria di Marco Mengoni. Lazza arriva secondo e Mr Rain arriva terzo. Nessuna donna nella nuova top five creata quest’anno dal direttore artistico Amadeus.

Un Festival di Sanremo caratterizzato dalla presenza di tanti giovani e alcuni veri big. Ma la cosa che ha caratterizzato di più la kermesse è la presenza dell’auto-tune. L’Auto-Tune è un software per manipolazione audio. Permette di correggere l’intonazione o mascherare piccoli errori o imperfezioni della voce, benché venga spesso utilizzato anche per creare particolari effetti di distorsione.

E ormai strumento super utilizzato dalla stragrande maggioranza di queste nuove generazioni di cantanti. Attraverso l’auto-tune si può diventare cantanti? Ebbene si. Ne è la dimostrazione, anche in questo Festival di Sanremo, dove con l’aiuto di questo software ci siano cantanti che in realtà senza non canterebbero nemmeno al karaoke.

Ovviamente non si sta criticando l’evoluzione musicale ma almeno le basi sarebbero giuste conoscerle. Intonazione, ritmica, respirazione, solfeggio e chi più ne ha più ne metta. La vittoria di Marco Mengoni ne è la dimostrazione di come la musica rimanga “classica” anche nel 2023.

Le esibizioni eseguite durante la finale sono risultate quasi tutte migliori di tutte le serate passate. Almeno più della metà.

Elodie è stata impeccabile in tutte le serate, nessuna defaiance. Brano sublime, look stupefacente e classe da invidiare. I giovani Colla Zio, in gara senza auto-tune, sono il primo risultato di quanto aver voglia di cantare e di divertirsi può mettere un attimo da parte le basi sopra nominate; ma questo non vuol dire che debbano essere totalemente escluse. Sono giovani è hanno ancora tempo per imparare, almeno a diventare intonati.

Mara Sattei appare come insicura sul palcoscenico. Non sembra un posto adatto a lei. Scenicamente trasmette quell’insicurezza che potrebbe far capire “non è il tuo mestiere“. Aver fatto parte di una hit estiva non ti classifica realmente una cantante. Anche qui c’è tanto da studiare. Più dei Colla Zio. Tananai si classifica quinto ma il vero motivo è solo il televoto. Anche lui come Mara Sattei arriva dai tormentoni e dalle collaborazioni ed è questo che lo ha premiato. Perché escluse quelle chi si ricorda una canzone decente di Tananai? “Tango” è la classica canzone di Sanremo senza però la giusta voglia di farla arrivare ai cuori. Studiare, studiare e ancora studiare.

Colapesce e Dimartino hanno infiammato tutte le serate di questo Sanremo; tutte tranne quella più importante: l’ultima. Ieri sono apparsi sul palco quasi svogliati. La loro “Spalsh” ieri è sembrata smorta e fatta tanto per portare a casa il lavoro. Siamo sicuri che la sentiremo per tutta l’estate. Per quanto riguarda il brano di Giorgia bisogna ammettere che non è stato semplice. Ha avuto assolutamente bisogno di tutte le serata per essere ascoltato, compreso e infine amato. Giorgia si è dimostrata la grande artista che è. Il suo sesto posto è l’ingiustizia più grande che potevano farle.

I Modà sono sempre i Modà. Nessun cenno di cambiamento nè di evoluzione; fermi imperterriti nel loro miele. Bisogna ammettere che l’undicesima posione per un brano da latte alle ginocchia è davvero un ottimo posto. Ultimo alla fine di tutto è arrivato quarto. La sua faccia è stata abbastanza eloquente. Anche lui come i Modà non va oltre a quelle quattro cose che sa fare e quando ci va fa i danni. Vedi l’orrenda esibizione insieme a Eros Ramazzotti. Quello che sembri manchi a questo giovane ragazzo è l’umiltà e questa è una caratteristica che difficilmente si può insegnare.

Lazza arriva secondo dietro solo a Marco Mengoni. Il brano è assolutamente orecchiabile, con una buona esecuzione e tenuta del palco. Arrangiamento superlativo. Ma come sarebbe stato senza l’aiuto dell’auto-tune? Quante stecche avremmo sentito? Quattro serate di fila perfette, senza nemmeno una piccola imperfezione nemmeno Aretha Franklin. Marco Mengoni? Ha vinto ed anche meritatamente.

Per quanto riguarda Rosa Chemical il suo personaggio è esattamente quello di cui aveva bisogno questo Sanremo. Insieme ad un brano interessante, eseguito bene e soprattutto con un messaggio davvero importante. Libertà. Subito dopo la sua ultima esibizione si sono scagliati contro di lui tutti i leoni da tastiera possibili e immaginabili. Il twerk e il bacio, con lingua si è visto, con Fedez ha fatto risvegliare tutti. Tutti assopiti sui propri divani che si sono visti davanti il significato del brano ovvero la libertà di essere chi e cosa vogliamo. E così via con gli insulti, le polemiche e le minacce. C’è pure, sui social, chi ha scomodato figli di amici che sono rimasti sconvolti dallo “stupro” in diretta. Rosa Chemical ha e avrà un grande futuro in questo mondo. Perchè ha un messaggio. E va diffuso e difeso. Non come faceva Achille Lauro.

Ariete non è riuscita nel suo intento. Non canta bene, non ha un reale messaggio da dare con il suo brano e non trasmette nemmeno lei quella sicurezza necessaria a dire “dai forza io credo in te“. forse lei è la più bisognosa di studio di tutto questo Festival.

Mr Rain arriva terzo sia per un testo molto profondo, parlare di depressione è sempre importante anzi non se ne parla mai abbastanza, ma sia grazie ai suoi piccoli amici che lo hanno accompagnato in questa avventura. Paola e Chiara sono le vincitrici morali ma soprattutto social. La loro esibizione è stata impeccabile. “Furore” sarà sicuramente la canzone di questa estate e anche la colonna sonora di tanti Pride che partiranno dai primi di giugno. Una reunion tanto attesa che con questo brano ha riportato quell’equilibrio che mancava da un po nella musica.

Di Levante e LDA si è parlato tanto nei giorni scorsi e non pensiamo ci siano cose importanti da aggiungere se non che hanno avuto il loro giusto posto in classifica. Per i Coma_Cose un Festival dignitoso. Hanno portato a casa il premio per il miglior testo Sergio Bardotti e le future nozze. Ammettiamo che spesso però non tutto si risolve così quando due persone entrano in crisi. È vero che quando c’è l’amore si risolve tutto ma spesso non basta solo quello. Olly è stato il re indiscusso dell’auto-tune; il brano non è convincente e molto probabilmente la sua partecipazione è stata anche compromessa dal suo video, cancellato proprio ieri, presente sul suo Instagram. In alcuni versi di una sua canzone il giovane ragazzo utilizzava una serie di parole ritenute offensive e poco carine. Ormai quello che finisce in rete rimane in rete.

Dopo di lui si sono esibiti il nulla: Articolo 31 che sarebbe stato meglio non si riunissero così da lasciare un buon ricordo a chi li ha conosciuti agli inizi, Will che era come un pesce fuor d’acqua, Leo Gassmann che si ha una bella canzone ma deve ricordarsi che urlare non è cantare, Gianmaria che ancora oggi ci si chiede come abbia fatto a vincere Sanremo giovani, Anna Oxa che ormai è diventata l’ombra di se stessa, Shari che anche con l’aituo dell’auto-tune ha fatto quattro esibizioni inguardabili, Gianluca Grignani (aiutatelo) e Sethu che non so è stato selezionato perché comunque qualcuno doveva arrivare ultimo.

Finalmente anche questo Festival di Sanremo è giunto al termine. Possiamo ritenerci fortunati ad avere Marco Mengoni come rappresentate dell’Italia ai prossimi Eurovision Song Contest e ci auguriamo che Paola e Chiara si siano iscritte alla competizione canora a San Marino così da vedere anche loro sul palco di Liverpool.

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