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Sanremo 2023: una seconda serata in ripresa. Il merito?

Bisogna ammettere che la seconda serata del Festival di Sanremo si è ripresa paragonandola alla precedente. Non che ci volesse poi tanto. 

Sicuramente anche i brani della puntata di ieri, 8 febbraio, erano più interessanti. Le attese di alcuni cantanti in alcuni casi sono state confermate ma anche deluse. Ma partiamo come sempre dall’inizio. Le prime quattro canzoni non convincono. Il piccolo Will, i Modà, Sethu e Articolo 31 hanno portato tante volte il pubblico a pensare “ma se ora cambiassi canale?“. Proprio la canzone degli Articolo 31 era una di quelle tanto attese, vista la reunion che mancava da tanti anni. Ma nulla. Il duo, formato da J-Ax e Dj Jad, si presenta all’Ariston con una canzone tipicamente sanremese dai toni spenti e senza nessuna grinta, cosa che invece ci si aspettava.

A dare una prima scossa a questa seconda serata di Sanremo ci pensa Lazza che con la sua “Cenere” fa ballare il teatro, ravviva gli spettatori a casa e un po li sveglia. Arriva il momento de “LA voce”, unica inimitabile Giorgia. Tutti aspettavano il suo ingresso e il suo brano, proprio come il giorno prima con Marco Mengoni. Ma a differenza di lui il brano di Giorgia appare fiacco, manca l’anima vera della cantante. La sua voce è sempre formidabile e la sua grinta è irreprensibile ma chi le ha scritto la canzone non ha pensato davvero a lei e alla sua interpretazione.

Arriva il momento dei veri animatori di questo Festival di Sanremo: scendono la scalinata Colapesce e Dimartino. Dopo la loro “Musica leggerissima” tornano all’Ariston con una nuova ballata che sicuramente ci accompagnerà per tutta l’estate: “Splash“. Il trio successivo è formato da tutte donne che però solo una convince leggermente. Parliamo di Shari, Madame e Levante. Il brano di Shari e la sua interpretazione sono deludenti e alquanto scadenti. Madame toglie le vesti della copia femminile di Sangiovanni e Levante, ma non è per nulla accettabile. Un nuovo sound indie che rende il brano monotono, cacofonico e in alcuni punti irritante. Forse un brano non adatto per parlare dello stress post-partum.

Tananai, dopo l’ultimo posto della scorsa edizione, si è sanremizzato. Va fuori la sua confort zone e si presenta con un brano e un’interpretazione che era scontato piacesse alla critica. Ma ascoltandolo e vedendolo possiamo dire: “non sei tu“. Finalmente è il momento del personaggio più discusso e chiacchierato di questa edizione: Rosa Chemical. Dopo la discussione parlamentare sulla sua partecipazione possiamo ascoltare il suo brano e capire di cosa aveva paura la Deputata Morgante. “Made in Italy” è  davvero un bel brano. Allegro, colorato, vivace ma soprattutto libero. Nessuna propaganda gender. 

Il giovane LDA cerca di non copiare il famoso padre, anche durante la sua permanenza ad Amici di Maria De Filippi lo faceva, ma senza riuscirci un granché. La sua esibizione arriva prima del momento più atteso: Paola e Chiara.

Le due sorelle Iezzi scendono la scalinata accompagnate da una grandissima ovazione. “Furore” ci riporta agli anni d’oro del duo delle sorelle. Una ballata puro stile Paola e Chiara, una coreografia firmata Luca Tommassini e per i giocatori del Fantasanremo, una valanga di punti.

I super ospiti, i Black Eyed Peas, senza Fergie non convincono. Non sono più quelli di una volta. Sarebbe meglio sciogliersi?

Magnifica la co-conduttrice Francesca Fagnani, sia nel suo monologo, sia nella piccola intervista stile “Belve” che fa ai due colleghi della serata, Amadeus e Gianni Morandi.

Il momento più alto della serata è stato il monologo di Pegah e il successivo ingresso della grandissima Drusilla Foer. 

Per quanto riguarda la classifica finale di queste prime due serata del Festiva di Sanremo, Marco Mengoni convince tutti. Ma oggi è il turno del televoto, oltre che della giuria demoscopica, dove tutto potrebbe ribaltarsi. Magari dal quattordicesimo posto Paola e Chiara arrivano al primo. 

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