Un’osteria romana che si presenta con la formula “All you can eat” ovvero mangiare tutto quello che si vuole e pagare un prezzo fisso.
“Senza Fondo” è romanità nel piatto senza limiti. È l’effetto che fa un piatto di Carbonara fumante quando arriva a tavola, la lussuria di poter cedere alla gola senza pensieri e ordinare tutti i piatti che si vogliono. È la cucina di nonna al centro di Roma. L’apertura è prevista per il 30 aprile, la location è super centrale, dietro Piazza Navona. Sembra fatto apposta per gli eterni indecisi, quelli che non sanno mai cosa ordinare, o per i mega golosi che vogliono assaggiare tutto.
Nella carta del locale non mancano le bruschette, le focacce, i supplì, i fiori di zucca, i filetti di baccalà, qualche pizza ovviamente romana, bassa e “scrocchiarella”, i tradizionali saltimbocca alla romana, la trippa, le polpette al sugo.
Gli ideatori di “Senza Fondo” sono Diana Russo e Luciano Rufino, già titolari di un altro ristorante nella zona, che dopo dieci anni decidono di dare un nuovo corso alla loro vita di ristoratori con un progetto che avevano in testa da un po’ di tempo. “Volevamo celebrare la cucina romana in un format divertente, fatto di piatti veri, autentici e senza limite. E quale posto migliore di “Senza Fondo” un All you can eat romano, a due passi da Piazza Navona?“
Ben vengano, quindi, bis e buone forchette: d’altronde un all you can eat non è certo il luogo dove ci si deve formalizzare. Di polpette e di sugo per l’amatriciana ne verranno preparati in gran quantità per non rischiare di lasciare qualche avventore a bocca asciutta. “L’ambiente è intimo e familiare; è pensato come l’osteria di una volta, dove curare con particolare attenzione il rapporto con i clienti senza artificialità, in modo sincero” racconta Luciano seguito da Diana “molte ricette sono di nonna e zia; perché la nostra idea era proprio quella di portare la cucina di casa. La cucina della domenica. Qui da noi i fornelli sono accesi dalla mattina presto, si cucina, il sugo bolle lentamente ed è un’emozione ogni volta che buttiamo la pasta“
