Sequestrati per maltrattamento e abbandono quattro cani

Sequestrati a Pomigliano d’Arco dalle guardie zoofile dell’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) di Napoli quattro cani legati a catena corta, tre femmine e un maschio, trovati in pessime condizioni igieniche, in strutture fatiscenti e senza cibo né acqua. Gli animali sono stati messi in salvo alla presenza di due agenti della  Polizia municipale di Pomigliano.

L’uomo che li deteneva è stato denunciato per violazione degli articoli 544 ter (Maltrattamento di animali) e 727 (Abbandono) del Codice penale.

Quando arriverà l’autorizzazione del Pubblico Ministero, i cani potranno essere presi in affido da famiglie che possano dare loro affetto e serenità.

Cani
 

A seguito di una segnalazione, una squadra del Nucleo delle nostre guardie zoofile di Napoli, diretta dalla coordinatrice Paola Coppola, si è subito recata sul posto, una proprietà privata», racconta Antonio Di Micco, coordinatore delle guardie zoofile Oipa per la  Campania e il Molise. «I quattro cani erano tutti legati con catene corte attaccate al muro. In un cortile abbiamo trovato un cane femmina tipo pastore tedesco di taglia grande; in un garage al buio l’unico maschietto, di taglia piccola, tipo maltese, sporco e con il pelo lungo all’inverosimile e indurito, che viveva in un box costruito con mezzi di fortuna, pali di legno e lamierati in ferro arrugginito; infine,due cani taglia piccola tipo yorkshire anche loro costretti a passare le loro giornate legati al buio”.

Lo stato dei tre cani, tenuti in quelle condizioni, è facile da immaginare.

“La lupa è in condizioni di salute precarie: ha una zampa zoppicante e gli occhi infiammati. Ora è in cura”, continua Antonio Di Micco. “Il maltesino era legato a una catena tanto corta da non consentirgli alcun movimento. Tutti erano detenuti in condizioni pietose, in ricoveri putridi, maleodoranti, senza acqua né di cibo. Speriamo che tutti e quattro possano tornare presto in forma ed essere dati in affido. Solo così potranno dimenticare il loro incubo”.

(Fonte: Oipa)

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