Si arricchisce significativamente la varietà degli strumenti finanziari di Bruxelles

Per la prima volta, la scorsa settimana, la Commissione Europea ha emesso dei titoli obbligazionari a breve scadenza (Eu Bill) a 3 e a 6 mesi, rispettivamente per importi di 3 e 2 miliardi di euro, con rendimenti in territorio negativo del -0,726% e del -0,733%.

Il loro collocamento, a differenza di quanto avvenuto, finora, per le obbligazioni di più lunga durata – l’ultima emissione settennale risale sempre alla sorsa settimana- che si sono avvalse dell’ausilio di consorzi  bancari,  si è svolta utilizzando la piattaforma telematica della Banque de France, Telstat.

La ratio delle due emissioni di titoli a breve è data dalla necessità di reperire risorse finanziarie, destinate a soddisfare esclusivamente i fabbisogni di liquidità, che emergono nell’ambito del Piano Next Generation Eu.

Ma, al di là della novità delle scadenze a breve, questi titoli rappresentano un momento certamente importante per l’Unione Europea e per la Commissione, in particolare, sotto almeno due punti di vista. Innanzitutto, con esse si riaffermano e si consolidano, sia  il ruolo della Commissione Europea nella sua veste di emittente, sia, soprattutto, la funzione internazionale dell’euro.

Inoltre, con queste emissioni si è compiuto un ulteriore passo in avanti nella costruzione di una struttura completa di curve di rendimento rapportata a scadenze diversificate, indispensabile per la costituzione di un loro reale mercato .

Per un salto di qualità decisivo, sarà, però, fondamentale prevedere nel prossimo futuro anche l’attivazione, in condizioni di trasparenza, di un mercato secondario delle diverse tipologie di obbligazioni emesse da Bruxelles.

In questa prospettiva di irrobustimento del mercato finanziario europeo  si colloca, infine, la possibilità di emettere “obbligazioni verdi”, legate a tematiche ambientali, previste nel Recovery Plan. In questo caso l’ammontare ipotetico massimo stimato di questi titoli si situa a una quota di circa 250 miliardi di euro in 5 anni e rappresenterebbe un reale punto di svolta nella costruzione di un mercato internazionale dell’euro; nonché un ulteriore incentivo a procedere più speditamente lungo il sentiero, finora impervio, di una reale mutualizzazione del debito all’interno dell’Unione Europea.

Per informazioni scrivere a: info@tfnews.it