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Si fa sempre più urgente la regolamentazione delle criptoattività

Alla fine di aprile, nell’ambito della Conference on Digital Platforms and Global Law, il Vice Direttore Generale della Banca d’Italia, Piero Cipollone, ha tracciato un quadro aggiornato e sistematico del tema delle criptoattività, soffermandosi sulle caratteristiche delle piattaforme digitali, sul loro utilizzo in campo finanziario e sul necessario intervento normativo che esse richiedono per un sviluppo all’insegna della stabilità finanziaria e del corretto funzionamento del sistema dei pagamenti

Premesso che non esiste una definizione univoca di piattaforma digitale e che nel caso degli applicativi in campo finanziario ve ne sono due, elaborate rispettivamente dall’EIOPA, l’Autorità Europea delle Assicurazioni e delle Pensioni Aziendali e Professionali e dall’ABE, l’Autorità Bancaria Europea, ne vanno, comunque, ricordati i due tratti tecnologici fondamentali:  la loro capacità di processare quantità rilevanti di dati e l’ utilizzo di algoritmi per la profilatura della clientela. Altri aspetti cruciali, evidenziati nell’analisi di Cipollone, sono l’interconnessione e l’interdipendenza tra piattaforme diverse in virtù di una crescente interoperabilità tra architetture informatiche differenti.

Analizzando il tema delle piattaforme finanziarie digitali si rivelano rilevanti e complessi i problemi di governance e di individuazione di responsabilità, che non possono, certamente, essere fronteggiati dall’attuale normativa. In particolare, va ricordato che a livello nazionale, salvo per i profili legati alla materia dell’antiriciclaggio, non vi è una disciplina specifica per l’operatività delle criptoattività.

L’articolata proposta normativa in ambito europeo MiCAR – Markets in Crypto Assets Regulation, che dovrebbe entrare in vigore entro il 2024, costituisce, sicuramente, un importante passo in avanti, anche se suscettibile di miglioramenti ed integrazioni. Infatti, al momento nel testo originario della futura Direttiva non è prevista una disciplina del fenomeno delle tecnologie decentralizzate nella finanza, né una regolamentazione della loro governance.

Di fronte a uno sviluppo tecnologico, così dirompente le Banche Centrali non possono certo svolgere il ruolo di spettatori passivi. Infatti, la Banca d’Italia –  ha concluso Cipollone – si sta adoperando secondo tre principali direttrici: partecipando nelle sedi istituzionali internazionali più qualificate ai lavori in materia di criptoattività e di regolamentazione delle piattaforme; esplicando una tutela dei consumatori nel richiamare continuamente la loro attenzione sui rischi dei nuovi strumenti finanziari; e promuovendo, infine, una serie di iniziative appropriate nel mondo dei registri finanziari distribuiti su rete.

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