Sinagoga di Roma, quarant’anni fa l’attentato.

Tempio Maggiore di Roma,9 ottobre del 1982. Alla Sinagoga di Lungotevere de’ Cenci, dove il cuore della Capitale coincide con la zona dell’antico ghetto ebraico, erano riunite più di trecento persone, si concludeva la funzione di Simhat Torà dedicata specialmente ai bambini, famiglie intere.

Alle 11,55  un gruppo di cinque terroristi, che si erano in precedenza disposti per bloccare tutte le vie di fuga, lanciò almeno tre bombe a mano prima di iniziare a sparare con i mitra sulla folla riunita davanti al luogo di culto. Chi aveva preparato l’azione desiderava probabilmente compiere una strage. Quando spari ed esplosioni si arrestarono e il commando si fu dato alla fuga, davanti alla Sinagoga rimase il corpo senza vita del piccolo Stefano Gaj Taché, di due anni, colpito a morte dalla scheggia di una bomba a mano. Altre 37 persone rimasero ferite, fra cui i genitori e il fratello della vittima, Gadiel, quattro anni, colpito alla testa e alla pancia.

Sinagoga di Roma,oggi si celebra il 40esimo anniversario

Oggi a quarant’anni esatti di distanza, la città di Roma ricorda quel giorno di sangue che cambiò per sempre le abitudini di un intero quartiere e di una comunità. Ancora nel 2022 le modalità che permisero a cinque uomini armati di avvicinarsi così tanto ad un obiettivo sensibile, non sono chiare. Le responsabilità di chi non vigilò non sono state mai realmente individuate e i motivi di una giustizia che non si è compiuta fino in fondo restano indefiniti.

Il Presidente della Repubblica, accolto da un lungo applauso, è intervenuto presso il Tempio Maggiore dedicato dalla comunità ebraica romana alla memoria di Stefano Gaj.

A ricevere Mattarella sono stati la Presidente della Comunità Ebraica romana, Ruth Dureghello e il Rabbino Capo, Riccardo Di Segni. Presenti anche il Sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, e il prefetto di Roma ,Matteo Piantedosi. “Un Presidente della Repubblica che partecipa a una funzione religiosa ebraica così significativa e alta, forse il momento più importante della nostra liturgia, è il Presidente di tutti noi. È a lui che ci ispiriamo quando facciamo le nostre scelte. Quindi ribadisco l’enorme gratitudine al Presidente. Con lui ci sentiamo meno soli”. Lo ha detto la Presidente , Ruth Dureghello.

(Foto di Pixabay)

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