Raggi assolta: “troppo facile ora salire sul carro dei vincitori”


Dieci mesi di reclusione per Virginia Raggi era stata la richiesta del Procuratore Generale di Roma, Emma D’Ortona,  al processo d’appello per l’inchiesta sulle nomine in Campidoglio. Alle 11.30 si è riunita la camera di Consiglio. La Sindaca era  imputata per falso documentale in relazione alla nomina di Renato Marra, fratello dell’ex Capo del Personale del Campidoglio,  Raffaele, a Capo del Dipartimento Turismo del Comune.  La Raggi è stata assolta in primo grado perchè “il fatto non costituisce reato”. La Procura poi ha fatto ricorso in secondo grado.

E’ stata così confermata la sentenza del tribunale che il 10 novembre del 2018 che assolse la Sindaca con la formula  piena ‘perché il fatto non costituisce reato‘. “La Raggi – recitava la sentenza nelle motivazioni – è stata vittima di un raggiro ordito dai fratelli Marra in suo danno. Sotto l’aspetto formale la nomina di Marra Renato non offre alcuna deviazione dalla procedura di interpello, aveva scritto il giudice in merito alla decisione di mettere il fratello di Raffaele Marra, allora Responsabile del personale in Campidoglio, a Capo della Direzione Turismo del Comune.
La candidatura di Renato, secondo il giudice, era stata pianificata dai due fratelli Marra molti mesi prima, già dalla prima metà di luglio 2016, quale alternativa al diniego del Sindaco Raggi per la nomina di Marra Renato come il Capo o Vicecapo della Polizia locale di Roma Capitale”.
La Raggi era stata assolta in primo grado perchè “il fatto non costituiva reato”. La Procura poi ha fatto ricorso in secondo grado.  La Prima cittadina di Roma,  che era presente in aula, si è più volte detta serena e a ridosso della sentenza  ha precisato che anche in caso di condanna “sarebbe andata avanti a testa alta”.

La sindaca polemicamente precisa: “Ora è troppo facile voler provare a salire sul carro del vincitore con parole di circostanza dopo anni di silenzio. Chi ha la coscienza a posto non si offenda per queste parole ma tanti altri, almeno oggi, abbiano la decenza di tacere. Se vogliono dire o fare qualcosa realmente, facciano arrivare risorse e gli strumenti per utilizzarle ai romani e alla mia città. C’è una legge di bilancio per dimostrare con i fatti di voler fare politica. Il resto sono chiacchiere”.

 

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