Sisma in Turchia: l’area vasta interessata dal terremoto

Il terremoto di oggi 6 febbraio 2023 che ha devastato un’ampia regione al confine tra Turchia e Siria, si è verificato all’estremità settentrionale della zona tra la Faglia Est Anatolica e la Faglia del Mar Morto. Nonostante la relativa quiescenza sismica di questa area, la Turchia meridionale e la Siria settentrionale hanno subito in passato terremoti significativi e distruttivi, come quelli del 859 d.C., del 1124 (Ms 6.9) e del 1513 (Ms 7.4). Al confine con la Siria, nei pressi della città di Aleppo, è da ricordare anche il terremoto del 13 agosto 1822 (Ms 7.4) che provocò un numero di vittime stimato tra 20000 e 60000 (fonte: Global Historical Earthquake, https://emidius.eu/GEH/).

Inquadramento sismotettonico

Il terremoto del 6 febbraio 2023 è causato dall’attivazione di una faglia trascorrente a bassa profondità. L’evento ha, infatti, rotto una faglia laterale sinistra quasi verticale ad orientamento nordest-sudovest (Faglia Est Anatolica) o una faglia laterale destra ad orientamento sudest-nordovest (Faglia del Mar Morto). In base alla magnitudo del terremoto si può stimare che la rottura abbia interessato una porzione dellafaglia lunga circa 190 km e larga circa 25 km. Va ricordato che per terremoti di questa magnitudo la faglia che si attiva ha dimensioni di alcune centinaia di chilometri quadrati, e l’ipocentro rappresenta il punto, lungo il piano di faglia, da cui parte il processo di rottura e lo spostamento della faglia stessa.

Il terremoto è avvenuto in corrispondenza di una tripla giunzione tra le placche Anatolica, Arabica e Africana. La posizione del terremoto, il meccanismo focale nonché la distribuzione delle repliche sono coerenti con la Faglia Est Anatolica, una importante struttura che consente l’estrusione verso ovest della Turchia nel Mar Egeo. Non si può neanche escludere che sia interessata la faglia trasforme del Mar Morto che accomoda il movimento verso nord della penisola arabica rispetto alle Placche dell’Africa e dell’Eurasia.

La regione in cui si è verificato il terremoto del 6 febbraio è sismicamente attiva. Dal 1970 tre terremoti di magnitudo 6 o superiore si sono verificati entro 250 km dal terremoto del 6 febbraio 2023. Il più grande di questi, di magnitudo 6.7, si è verificato il 24 gennaio 2020 a nord-est del terremoto del 6 febbraio, sempre in prossimità della faglia dell’Anatolia orientale.

(Fonte e immagini: Ufficio Stampa INGV)

Autore:

Redazione

Per informazioni scrivere a: info@tfnews.it