Social: croce e delizia. Ma cosa ci facciamo e quanto li conosciamo

Facebook, Instagram, Twitter, Linkedin, Tik Tok e tanti tanti altri sono i nuovi compagni di vita che milioni di italiani hanno deciso di utilizzare.

Pubblichiamo, condividiamo e tagghiamo tutto quello che facciamo nella nostra giornata: il buongiorno e il caffè, l’ascensore di casa e il traffico che ci fa fare tardi in ufficio o a scuola, la colazione al bar o il caffè alla macchinetta. Per poi passare al pranzo in mensa o in ufficio o al fastfood. Il ritorno a casa, la spesa, la cena e la buona notte.

Ogni attimo della nostra vita in mano al mondo. Un Grande Fratello costante, in attesa di un like o un commento che aspettiamo con ardore. Questo 2020 poi è stato il più social degli ultimi anni. Obbligati a stare in casa il cellulare è stato il mezzo con cui abbiamo cercato di rimanere collegati con una vita che non era più come prima.

Gli italiani hanno usato da gennaio a novembre l’81% in più i social con un aumento delle ore passate davanti allo schermo del 45%: siamo passati da una media di 1,7 ore al giorno a 2,2 ore giornaliere per l’utilizzo di Facebook che ha avuto un aumento del 6,8% di iscritti in confronto al 2019. Per Instagram siamo passati da una media di 2,8 ore giornaliere a 5,1 ore ed il social ha avuto un aumento di iscritti del 14,2% rispetto al 2019.

Quindi si, siamo e stiamo diventando ormai sempre più connessi e più social ma con questi aumenti non potevamo aspettarci altro che l’aumento dell’uso sbagliato che questi mezzi permette. Rispetto al 2019 nei primi 10 mesi di questo anno i casi di stalking sono cresciuti del 79% ma non sono cresciute le denunce che sono “stabili” al 58%; sono cresciute le aggressioni verbali, offese, minacce e molestie: il dato è passato dal 36% del 2019 al 52% del 2020.

Gli argomenti più “trattati”: “body shaming”, o derisione del corpo, omolesbotransfobia, l’essere donna, minacce verso gli ex o le ex, razzismo, disabilità, revenge porn.
La fascia più critica per gli uomini è quella 15-25, mentre per le donne è 13-32. Anche in questo caso il trend vede colpite più le donne.

Il numero 1522 dedicato alle denunce di stalking e violenza ha ricevuto nel 2019 chiamate per:
– 2813 violenze fisiche
– 380 violenze sessuali
– 243 minacce
– 11 mobbing
– 2575 violenza psicologica
– 96 violenza economica ed estorsione

I primi 10 mesi del 2020 ha avuto una crescita totale del 29%. Dati preoccupanti perché l’utilizzo dei social è in mano alla fascia d’età 17-35 anni quindi ai giovani e giovanissimi che se non accuratamente seguiti sono quelli che rischiano di più in fatto di denunce e ammende.

Una sentenza penale della Corte di Cassazione (la n. 45141 del 6 novembre 2019), ha stabilito che anche le ripetute molestie effettuate tramite i social network possono configurare il reato di atti persecutori di cui all’art. 612 bis del Codice Penale.
Questo articolo prevede che “salvo che il fatto costituisca più grave reato, è punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni chiunque, con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita”.

Forse sarebbe il momento che nelle scuole si insegni anche come utilizzare i social?

Tutti i dati sono relativi alle indagini Istat di ottobre 2020.

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