Sofferenze bancarie in Europa? Ci pensa la Commissione

Mentre ancora si ha difficoltà nel valutare in modo appropriato le conseguenze della diffusione della pandemia da Covid ’19 sui diversi settori economici, la Commissione Europea affretta i tempi per tentare di alleviare i riflessi sui bilanci bancari e sulla loro tenuta.

Va in questa direzione il Piano presentato pochi giorni fa, e che sarà ora vagliato dal Parlamento e dal Consiglio, per ridurre le sofferenze nei bilanci bancari, una misura che dovrebbe in tempi ragionevolmente brevi aggiungersi all’altra appena varata da Bruxelles del rinnovato Meccanismo Europeo di Stabilità.

Sono quattro gli snodi fondamentali di questo Piano: il rafforzamento di un mercato secondario, in cui effettuare la compravendita dei crediti di cattiva qualità con il supporto di una banca dati europea da istituire; l’approvazione di una proposta comunitaria di due anni fa in tema di diritto fallimentare per attuarne una coerente riforma nei Paese Membri; la creazione di  piattaforme nazionali di gestione delle sofferenze; e, infine, l’utilizzo di altre misure precauzionali finalizzate al rafforzamento dei bilanci bancari.

In definitiva, l’intento della Commissione rappresenta un passaggio cruciale per arrivare alla costituzione di una rete di bad banks su base nazionale, in grado di dialogare tra loro; anche per evitare quanto si sta tuttora verificando in termini di vendita di sofferenze o di altri crediti di difficile esigibilità, ceduti frequentemente dalle banche con valori di realizzo, non solo decisamente inferiori a quelli di libro, ma soprattutto ben al di sotto di quanto potrebbero ottenere con un sistema coordinato a livello nazionale e comunitario.

Si è in questo modo, evidentemente, ancora lontani da quanto proposto e auspicato qualche tempo fa dal Presidente della Vigilanza Europea, Andrea Enria, che patrocinava l’idea di una bad bank europea su base federata. Ma, certamente, il Piano della Commissione Europea in tema di sofferenze e di altri crediti di dubbia esigibilità può essere considerato un compromesso utile e valido per un miglior funzionamento dei mercati creditizi, adottato sotto l’urgenza di una nuova loro possibile e non improbabile impennata.

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