Speranza ha firmato: impianti di sci chiusi fino al 5 marzo

Il Ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato un provvedimento che vieta l’apertura degli impianti sciistici fino al 5 marzo. Subito la reazione dei gestori degli impianti: “Ci sentiamo presi in giro. La Lega intanto è dichiara il suo disappunto: “necessario un cambio di squadra a livello tecnico”. E ancora è in piedi la proposta di un lockdown totale avanzata da Walter Ricciardi, con immediata risposta di Salvini: “Prima di terrorizzare gli italiani, parli con Draghi”.

Cirio: “Non ho parole per questa decisione”

Il Presidente della Regione Piemonte è senza parole: “Sono allibito da questa decisione. Soltanto dieci giorni fa – aggiunge – il Comitato tecnico scientifico nazionale aveva stabilito che in zona gialla da lunedì 15 si sarebbe potuto sciare. Su queste direttive il Piemonte si è mosso, nel rigoroso rispetto delle regole. Regole che non possono cambiare tutte le settimane”.

Impianti sci chiusi, Bonaccini

Segue il Presidente Cirio, il Presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini: “Non posso non esprimere stupore e sconcerto, anche a nome delle altre Regioni, per la decisione di bloccare la riapertura degli impianti sciistici a poche ore dalla annunciata e condivisa ripartenza per domani. Solo una settimana fa – continua – il Cts aveva validato la riapertura di queste attività in zona gialla attraverso linee guida molto stringenti, formulate dalle Regioni in accordo coi gestori e secondo le indicazioni dei tecnici”.

Lombardia, Fontana sullo stop allo sci:

Attilio Fontana, Presidente della Regione Lombardia, sulla scia dei suoi “colleghi” dice: “Trovo assurdo apprendere dalle agenzie di stampa la decisione del ministro della Salute di non riaprire gli impianti sciistici a poche ore dalla scadenza dei divieti fin qui in essere, sapendo che il Cts aveva a disposizione i dati da martedì, salvo poi riunirsi solo sabato”. E ancora aggiunge: “Una decisione dell’ultimo secondo che dà un ulteriore colpo gravissimo a un settore che stava faticosamente riavviando la propria macchina organizzativa. Ancora una volta si dimostra che il sistema delle decisioni di ‘settimana in settimana’ è devastante sia per gli operatori, sia per i cittadini. Solo sette giorni fa lo stesso Cts nazionale aveva dato il via libera a un regolamento molto severo per poter riaprire. Su quella base avevamo consentito la riapertura”.

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