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Suicidio assistito: morto l’uomo condotto in Svizzera da Cappato

È morto in una clinica svizzera con suicidio assistito Romano, 82 anni, di origini toscane e residente a Peschiera Borromeo, nel Milanese, accompagnato nel Paese elvetico da Marco Cappato.

Il tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni domani si autodenuncerà ancora una volta a Milano e rischia “di nuovo fino a 12 anni di carcere”. Cappato ha detto: “È indegno per un Paese civile continuare a tollerare l’esilio della morte in clandestinità”.

Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, è tornato in Svizzera per dare seguito alla “richiesta di aiuto” ricevuta da un uomo affetto da Parkinsonismo atipico. L’uomo ha chiesto di essere accompagnato nel Paese elvetico per accedere legalmente al suicidio assistito.

Cappato nella clinica svizzera ha dichiarato: “Sono di nuovo in Svizzera per fare valere quello che dovrebbe essere un diritto fondamentale”. Si tratta di una “nuova disobbedienza civile”, chiarisce, “dal momento che la persona accompagnata non è tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale, quindi, come la 69enne veneta Elena Altamira, malata terminale di cancro morta in Svizzera la scorsa estate con suicidio assistito, non rientra nei casi previsti dalla sentenza 242/2019 della Corte costituzionale sul caso Cappato-Dj Fabo per l’accesso al suicidio assistito in Italia”.

La moglie dell’uomo aveva spiegato in un video: “Mio marito Romano è affetto da una grave malattia neurodegenerativa, una forma di Parkinson molto aggressiva che gli ha paralizzato completamente gli arti e che ha prodotto una disfagia molto severa che lo porterà a breve a una alimentazione forzata. Quando a inizio luglio Romano ha espresso in maniera molto responsabile e consapevole il desiderio di interrompere questa lunga sofferenza ci siamo rivolti per informazioni all’Associazione Luca Coscioni e abbiamo chiesto aiuto anche a Marco Cappato. Tutto questo per evitare problemi legali visto che nel nostro Paese non esiste un quadro legislativo chiaro sulla scelta del fine vita che è un diritto fondamentale dell’uomo”.

 

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