TEATRO – L’anima buona di Sezuan: Brecht secondo Monica Guerritore

Brecht, Strehler, Guerritore. Un triangolo magico in azione per questa versione dell’apologo “L’anima buona di Sezuan” finalmente tornata in scena dopo lo stop causato dal Covid-19.

Del testo poco va detto. Commentare ancora Bertolt Brecht forse potrebbe essere superfluo. Eppure ancora oggi, nel nostro 2021, è utile guardare all’essenziale della tipizzazione dei fatti e dei personaggi. È ancora importante sedersi a teatro e specchiarsi nelle maschere che solo Brecht è stato capace di creare: drammatiche e comiche insieme, ridotte all’osso e insieme stranamente ridondanti. Tutto sul filo del dibattito morale fra bene e male – nulla di più difficile – in una corsa a perdere fino alla comprensione ultima che “nessuno può essere buono a lungo se non c’è richiesta di bontà”.

Guerritore riprende la regia di Strehler del 1981

Della messa in scena che Monica Guerritore riprende da quella di Giorgio Strehler dell’1981 resta l’allinearsi, sempre magico, fra quello che Brecht aveva delineato con le parole e quello che il regista, maestro del teatro, seppe rendere sul palco. Tutto ridotto all’essenziale e tutto allo stesso tempo urlante le grandi passioni, le bassezze umane più gravi, la luce nell’oscurità e viceversa. Un voler mettere il pubblico in maniera irreversibile davanti ai fatti, davanti alla realtà: a quello che siamo e non vorremmo essere. La tensione sempre altissima, nei circa 140 minuti di spettacolo, grazie anche a un perfetto disegno luci e a un allestimento scenico sognante.

Ultimo passaggio – doveroso e dovuto – sulla grandezza di Monica Guerritore, prima nei panni della prostituita Shen-Te poi in quelli del cugino cattivo, quasi macchiettistico, Shui-Ta. Al pubblico arriva ancora la doppiezza che sta alla base di Brecht come di Strehler, ma forse della vita, del mondo. La durezza, l’energia drammatica quasi violenta e poi la leggerezza del divenire, dell’innamorarsi e farsi madre, dello stare in scena nella speranza viva di una svolta.

Lo spettacolo si era fermato nel gennaio 2020 al teatro Verga di Catania. È ripartito finalmente nel 2021 dai teatri dell’Umbria con tappa al Morlacchi di Perugia, al Mancinelli di Orvieto e al Secci di Terni. Ora è pronto a toccare altri palchi più a Nord. Altre date per tutto il mese di Novembre ci saranno, infine, al Manzoni di Milano, al Diego Fabbri di Forlì e all’Adelaide Ristori di Cividale del Friuli a Udine.

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