Telegram, attesa decisione magistrati su Durov: le ipotesi

È attesa a breve una decisione dei magistrati francesi sul caso di Pavel Durov. Durov è detenuto, secondo i media francesi, presso l”Office national antifraude’ di Ivry-sur-Seine, a sud di Parigi, in seguito al fermo di sabato, nel quadro di un procedimento penale a suo carico lo scorso 8 luglio in seguito a una indagine preliminare della Juridiction nationale de la lutte contre la criminalità organisée (Junalco) della procura di Parigi, una sezione creata solo nel 2020.

La custodia cautelare di Durov era stata prorogata domenica sera da uno dei magistrati assegnati al caso. La misura cautelare può durare fino 96 ore dal momento del fermo, in nome delle norme previste per i reati di criminalità organizzata. Una volta scaduti i termini, il giudice può decidere di liberarlo o di formalizzare accuse dirette nei suoi confronti ed estendere ulteriormente la custodia. I magistrati che seguono il caso si appoggiano sugli inquirenti del Centro per la lotta alla criminalità digitale (C3N) e all’ufficio nazionale anti frode (Onaf).

Cosa è avvenuto

Il caso giuridico suscita perplessità ma soprattutto un acceso dibattito. I contenuti su Telegram, come per altro quelli su Whatsapp, sono moderati in modo molto limitato, in nome di una, forse presunta, protezione della libertà di espressione e del rapporto confidenziale con gli utenti. Telegram sostiene che la mancanza di controllo dei contenuti è imposta da questioni tecnologiche e quindi che non ha senso attribuire ai vertici dell’azienda la responsabilità degli abusi commessi. “E’ assurdo dire che una piattaforma e il suo proprietario siano considerati responsabili degli abusi”, ha commentato l’azienda domenica, garantendo che la piattaforma rispetta le norme europee.

La legge americana, come quella francese, non protegge le piattaforme dall’apertura di casi giudiziari incentrati sulla consapevole autorizzazione della trasmissione di materiali connessi ad abusi sessuali o terrorismo, ha precisato Daphne Keller del Centro Cyber Policy dell’Università di Standford, citata dal Washington Post.La questione, per l’ex responsabile anti terrorismo di Fb, Brian Fishman, non è una sufficiente mancanza di moderazione, critica peraltro rivolta a numerose piattaforme. Telegram, ha aggiunto, “è stato un hub cruciale dell’Is per un decennio. Tollera (materiali pedopornografici, ndr). Ha ignorato per anni una ragionevole collaborazione con le forze dell’ordine. Non stiamo parlando di ‘moderazione dei contenuti soft’: è un approccio interamente diverso”. Posizione condivisa da Alex Stamos, ex direttore dell’Osservatorio su Internet dell’Università di Standford.

Il suo team, ha riferito, ha scoperto che “Telegram è una componente cruciale dell’ecosistema di individui che commerciano e vendono materiali pedopornografici e l’unica fra le grandi piattaforme a consentire implicitamente lo scambio su canali privati di quello che in gergo si definisce Csam (materiali di abuso sessuale di minori), molti dei quali sono protetti da crittografia end-to-end”, ha spiegato l’attuale chief information security officer presso una azienda di cybersicurezza.

Jean-Michel Bernigaud, segretario generale di Ofmin, agenzia di polizia francese specializzata nella prevenzione della violenza contro i minori, lo ha scritto in un post: l’arresto di Durov è legato all’inabilità della app di affrontare contenuti offensivi contro minorenni. “Al cuore del caso, c’è l’assenza di moderazione e cooperazione da parte della piattaforma”, in modo particolare “nel contrasto dei crimini sessuali contro minorenni”.

Dopo l’entrata in vigore del Regolamento sui servizi digitali in Europa (Dsa), i fornitori di servizi, incluse le piattaforme, sono tenute a proporre ai loro utenti uno strumento che consenta loro di segnalare facilmente i contenuti illeciti. I contenuti notificati possono essere soppressi o bloccati dalla piattaforma in oggetto. Tuttavia, le piattaforme non hanno dovere generico di sorveglianza e spetta sempre agli utenti del servizio di notificare i contenuti che giudicano illeciti. Ma come ha precisato ieri la Commissione, non è per una violazione al Dsa che Durov è stato arrestato.

(foto di Pixabay)

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