Ucraina il punto

Ucraina (13 giugno 10:30) – Il punto sulla guerra

“Ogni metro di terra ucraina è coperto di sangue, ma non solo il nostro, anche quello dell’occupante”, parola gravi ma non tragiche quelle del Presidente ucraino, nel suo videomessaggio. Poi però aggiunge: “nonostante tutto, continuiamo a tenere le posizioni”. Infine aggiorna: gli ultimi combattimenti a Severodonetsk sono stati “molto feroci” ha detto il Presidente ucraino. La Russia stava dispiegando truppe poco addestrate e usando i suoi giovani come ”carne da macello”.

Altre notizie dal campo giungono su Facebook dallo Stato maggiore generale delle Forze armate ucraine. “I russi, con il supporto dell’artiglieria, hanno preso d’assalto Severodonetsk e hanno spinto le nostre unità fuori dal centro della città. Il nemico ha anche sparato con l’artiglieria contro le nostre posizioni nei distretti di Lysychansk, Severodonetsk e Toshkivka, e ha attaccato nelle direzioni di Volyn, Polissya e Seversky senza risultati significativi. Gli occupanti russi hanno sparato artiglieria e mortai contro le nostre posizioni nell’area di Hrynivka, nella regione di Chernihiv”.

Distrutto ponte sul Siverskyi. Se crollerà Severodonetsk resterà isolata

Aggiunge altri dettagli  il Governatore di Luhansk, Sergei Haidai. Le forze russe hanno distrutto un ponte sul fiume Siverskyi che collega la città con la sua ‘gemella’ Lysychansk. È stata interrotta una via di fuga per i civili e che solo uno dei tre ponti sul fiume Siverskyi resta fruibile. Inoltre i bombardamenti russi su Lysychansk hanno causato la morte di una donna, la distruzione di quattro case e un centro commerciale, come ha spiegato Haidai. ”Se dopo un nuovo bombardamento il ponte crollerà, la città sarà davvero tagliata fuori. Non ci sarà modo di lasciare Severodonetsk a bordo di un veicolo”, ha detto Haidai, sottolineando la mancanza di un accordo di cessate il fuoco e l’assenza di corridoi di evacuazione concordati.

Altro tema resta il nucleare. Il rischio di un ricorso alle armi nucleari oggi è oggi rispetto al periodo più critico della Guerra Fredda. Fa riflettere, e non poco, quanto rende noto lo Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI). Lo fa in un comunicato diffuso stamane in occasione del suo nuovo rapporto annuale sul disarmo.

“Sebbene ci siano stati alcuni miglioramenti significativi sia nel controllo delle armi nucleari che nel disarmo nucleare nell’ultimo anno, il rischio di utilizzo di armi nucleari sembra più alto ora che in qualsiasi momento, dall’apice della Guerra Fredda“, ha affermato più precisamente il Direttore del SIPRI, Dan Smith. Le stime del SIPRI suggeriscono che il numero totale di armi nucleari è leggermente diminuito a gennaio 2022 rispetto all’anno precedente. Si tratta di di 375 testate. Gli arsenali dovrebbero ancora crescere nel prossimo decennio. L’attuale calo è principalmente attribuibile alla Russia e agli Stati Uniti che stanno smantellando le testate più vecchie.

Hans M. Kristensen, Funzionario del programma di distruzione di massa delle armi del SIPRI, ha detto da parte sua che ci sono “chiare indicazioni” del fatto che la tendenza alla riduzione degli arsenali nucleari dopo la fine della Guerra Fredda sia finita. Il SIPRI ha avvertito anche che gli Stati dotati di armi nucleari stanno aumentando o aggiornando i loro arsenali, definendo questa tendenza “molto preoccupante“.


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