Ucraina il punto

Ucraina (9 giugno ore 19:30) – Il punto sulla guerra

La battaglia sul campo è a Severodonetsk. Gli ucraini sostengono di star sostenendo l’avanzata dei russi, al punto che il Capo militare della regione di Lugansk Sergey Gaidai dichiara che con le armi occidentali le città sarebbero ripulite in sole 72 ore. Intanto restano 600 residenti e 200 dipendenti e 800 rifugiati dentro la fabbrica chimica Azot.

La Russia continua a tentare di attaccare l’area di Severodonetsk, ma nelle ultime 48 ore il Gruppo delle Forze Orientali ha probabilmente intensificato i suoi sforzi per avanzare a sud di Izyum verso la regione di Donetsk. Lo ha riferito il Ministero della Difesa del Regno Unito citando fonti di intelligence. Altri bombardamenti hanno interessato Kharkiv causando la morte di 3 persone.

Quanto a Mariupol, “gli occupanti russi demoliscono le case a Mariupol e si rifiutano di cercare i corpi dei morti sotto le macerie”. Lo ha dichiarato il Consigliere del Sindaco della città Petr Andryushchenko, secondo cui, le operazioni di demolizione sono in corso sulla riva sinistra della città, “nell’area delle strade Moskovskaya e Vladimirskaya”.

Il rabbino è fuggito da Mosca. “In Russia l’emorragia di popolo e delle élite continuerà”. Il ‘padre’ di Russia Ecumenica, don Sergio Mercanzin, riflettendo sulla fuga del rabbino capo da Mosca dopo 33 anni, vede in Russia una “situazione da fine regime. La Russia – osserva all’Adnkronos- è sempre più isolata, il Patriarca anche. Servirebbe qualcosa di radicale, che venisse sradicato Putin. Finché ci sarà lui, difficile possa esserci la pace”.

Fondatore Russia Ecumenica “In Russia c’è aria da fine regime”

Il fondatore di Russia Ecumenica sottolinea come in Russia molti, fiutando l’aria che tira, se ne stiano andando: “Pare che 4/5 milioni di russi siano già emigrati per evitare il regime di guerra. L’emorragia continuerà: oramai chi non è favorevole alla guerra viene perseguitato. I nemici della guerra sono i nemici di Putin”. Don Mercanzin vede una “situazione drammatica per la Russia, sempre più isolata. C’è aria da fine regime. Ricorda tanto la fine dell’Unione Sovietica”. Il fondatore di Russia Ecumenica si sofferma anche sulla cacciata di Kirill del ‘ministro degli Esteri’ Hilarion. “Qualche osservatore – considera – dice che è finita la carriera di Hilarion, che era destinato a succedere al Patriarca. In realtà, a mio avviso, il giorno in cui cambierà tutto, diventerà una specie di eroe e potrà di nuovo concorrere al Patriarcato. Hilarion sarà recuperato”.

 


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