Ucraina

Ucraina: un anno di guerra. Ma il vero conflitto va avanti da nove anni

Era il 24 febbraio 2022 quando il mondo intero si è svegliato con la notiza dell’invasione russa in Ucraina. Un anno che ha visto distruzione, feriti ma soprattutti morti.

Le vittime civili nel Paese invaso sono state quasi 7.000 secondo l’Alto commissario Onu per i diritti umani: circa, 2.700 uomini, 1.800. donne, quasi 400 bambini; circa 17.200, i feriti fra la popolazione civile. 86.700 i militari russi sono rimasti uccisi dall’avvio dell’invasione, secondo il Ministero della Difesa di Kiev.  Mosca avrebbe perso anche 280 aerei, 260 elicotteri,1.700 velivoli senza pilota, oltre 2.900 carri armati e  6.000 veicoli corazzati; oltre 600 missili da crocera. 

Circa 14 milioni di persone hanno dovuto abbandonare la loro abitazione. Quasi 5 milioni di persone ovvero circa il 10% della popolazione dell’Ucraina sono fuggite dal Paese. Da mesi ormai non sentiamo più parlare di pace, di fine ma sopratttto non si sente più parlare dei famosi incontri delle delegazioni di entrambe le parti in Bielorussia e in Turchia.

Ad oggi le notizie che arrivano sono solo confermati aiuti all’Ucraina, la Russia che non ha nessuna intensione di smettere di bombardare e le vittime che continuano a crescere.

Ma come detto il vero conflitto russo ucraino ha origini ben più lontante. Esattamente a partire da febbraio 2014.  Tutto nasce all’indomani dell’Euromaidan ovvero una serie di manifestazioni filoeuropee iniziate in Ucraina nella notte tra il 21 e il 22 novembre 2013, dopo la decisione del Governo di sospendere le trattative per la conclusione di un accordo di associazione tra l’Ucraina e l’Unione Europea destinato a diventare un accordo di libero scambio globale e approfondito proprio tra Ucraina e Unione Europea. Durante le proteste, concentrate nella capitale Kiev, il 30 novembre 2013 si verificò una escalation di violenza a seguito dell’attacco perpetrato dalle forze governative contro i manifestanti. Le proteste sfociarono nella rivoluzione ucraina del 2014 e infine, nella fuga e messa in stato di accusa del Presidente ucraino Viktor Janukovyč avvenuta il 22 febbraio dello stesso anno.

In Crimea così iniziarono ad avere luogo alcune proteste filorusse e, al contempo, gruppi di soldati russi senza insegne (i cosiddetti omini verdi) presero il controllo delle principali infrastrutture e dei centri amministrativi della regione. A questi avvenimenti seguì l’invio ufficiale delle forze armate russe in Crimea e il 16 marzo, dopo un referendum ritenuto non valido dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite con 100 voti favorevoli, 11 contrari e 58 astenuti, la Russia annesse la penisola alla Federazione.

Ad aprile di quello stesso anno nelle maggiori città del Donbass scoppiarono delle violente proteste filorusse che sfociarono in una guerra tra il governo ucraino e le forze secessioniste nel frattempo costituitesi nelle repubbliche popolari di Doneck e Lugansk, dichiaratesi indipendenti l’11 maggio in seguito a un referendum. Pur essendo diventata indipendente dal 1991, l’ex repubblica sovietica dell’Ucraina è sempre stata percepita dalla Russia come parte della propria sfera d’influenza. Secondo lo studioso Iulian Chifu riguardo all’Ucraina, la Russia ha deciso di perseguire una versione moderna della “dottrina Brežnev” cioè per una “sovranità limitata” che si rimanda ancora ai dettami del patto di Varsavia ed alla sfera d’influenza che già era presente all’epoca dell’Unione Sovietica. Il timore maggiore per il Governo russo era quello che l’Ucraina finisse per divenire parte della NATO, il che avrebbe posto una potenza “controllata” dagli Stati Uniti ai propri confini nazionali.

Negli anni non sono mai smessi gli scontri e gli attacchi da parte della Russia nei confronti dell’Ucraina. L’intervento armato del 24 febbraio 2022 è stato preceduto da un prolungato ammassamento sul confine delle forze russe iniziato nella primavera 2021, motivato dal Presidente russo Vladimir Putin sulla base proprio del timore di un’adesione dell’Ucraina alla NATO. 

Ad oggi ne da parte di Putin ne da parte di Zelensky si parla più di un cessate il fuoco ma solo di chi vincerà e chi perderà. 

 

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