USA, proclamata la vittoria di Joe Biden e Kamala Harris

Se da una parte la giornata di ieri è stata una delle peggiori della democrazia americana, dall’altra è stata proclamata la vittoria di Joe Biden. Migliaia di manifestanti sostenitori di Trump hanno fatto irruzione al Congresso portando soltanto caos. Il bilancio a seguito degli scontri è di 4 morti, diversi feriti e oltre cinquanta arrestati. Ma non è tutto, l’uscente Donald Trump è stato bloccato dai social Facebook e Twitter.

Una pagina buia della storia americana, ma una volta tenuta sotto controllo la situazione, il Congresso ha proclamato la vittoria non della violenza, ma di Joe Biden. A riaprire la seduta sospesa a causa dell’irruzione, è stato il Vicepresidente Mike Pence con parole di speranza: “Non avete vinto, la violenza non vince mai”.


La vittoria di Joe Biden e le vittime degli scontri

Il Congresso ha certificato la vittoria di Joe Biden e Kamala Harris, rispettivamente Presidente e Vicepresidente degli Stati Uniti, con 306 voti. Il 20 gennaio ci sarà il giuramento e Biden ha dichiarato che ora l’America può cambiare pagina. Nel frattempo, rimane l’allarme a seguito degli scontri scaturiti dai sostenitori di Trump.

Dopo l’azione che ha coinvolto oltre ai seguaci dell’ex Presidente anche gli agenti di polizia, si cominciano a contare i danni e le vittime. L’irruzione al Congresso è costata  la vita a quattro persone: la prima è stata una donna, fan di Trump, colpita al petto da un colpo di pistola, mentre altre tre per emergenze mediche.

Ai dati si aggiungono 13 persone ferite e 52 arresti. Durante la notte l’Fbi ha trovato due bombe nei pressi dei quartieri generali del partito repubblicano e democratico. Per una maggior sicurezza dei cittadini, la sindaca di Washington Muriel Bowser, ha esteso il coprifuoco fino al 21 gennaio.

Se l’intento di Trump e dei suoi sostenitori era quello di non farlo cedere, ora il mondo reale e quello virtuale lo hanno messo in un angolo. L’ex Presidente è ormai sempre più solo. Prima il blocco dai social ed ora anche la possibile dimissione di alcuni membri del suo Governo. La richiesta, intanto, è quella della rimozione di Trump prima del 20 gennaio.

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