Uteri in affitto: quando è più facile “comprare” bambini che adottarli

Non è di certo blaterando che si può dare una spiegazione assennata di quello che si vorrebbe far credere, ma è altrettanto vero che per poter non tanto far valere, quanto spiegare che quello che vogliono far passare per buon senso, in realtà non lo è, vanno portate prove, dichiarazioni e numeri. Per le riflessioni, forse ci prenderemo la briga di farne qualcuna.

La legge italiana vieta penalmente qualsiasi ricorso alla maternità surrogata (art.12, 6° comma, legge n.40/2004). All’estero si oscilla dal netto consenso dei pionieri del progresso al severamente vietato – divieto che si trasforma in clandestinità.

Siamo negli Stati Uniti degli anni ’70 e le coppie più abbienti, desiderose di avere figli non avendo questa naturale possibilità, si muovono tra studi di avvocati per poter rintracciare donne disposte a portare avanti una gravidanza e coronare il loro sogno di famiglia felice. La felicità costa e i figli pure, ma il prezzo sale se nel budget si include un utero in affitto. I 10mila dollari di un tempo si sono trasformati in circa 120mila dollari. I ricchi piangono se non fanno figli e poi ridono, facendoli fare a qualcun altro al posto loro.

In un tempo in cui la società è pervasa da una superficialità raccapricciante, non ci si può stupire se un figlio si compra al mercato da una madre ‘prestata’, messa su piazza in cambio di soldi. E pensare che lo chiamano gesto d’amore!

Ma ritorniamo al discorso. Laddove il mercato ci regala cliniche di lusso e il top della sanità, dall’altro c’è il mercato nero, quello in cui per farsi prestare un utero, basta un colloquio di mezz’ora seduti frettolosamente in un bar.

Una recente inchiesta condotta in Francia dal programma Envoyé Special di France 2 (fonte Tempi), ha fatto luce su un episodio accaduto a una coppia che non può avere figli. Marito e moglie hanno ricercato su internet – sottolineo ricercato su internet come se stessi comprando una borsa a buon prezzo – una donna disposta a farsi inseminare. Il giornalista ha chiesto alla coppia cosa li spingesse a fare questo, ottenendo come risposta “Quando sei disposto a tutto pur di avere un bambino, si fa e basta”. Una storia che ricorda il romanzo e celebre film “Venuto al mondo” di Margaret Mazzantini. Una donna che dopo una serie di aborti, ha ‘comprato’ una giovane in cambio di soldi che le sarebbero serviti per poter fuggire dalla guerra di Sarajevo.

Ritornando in Francia, la richiesta ‘in nero’ di tale operazione ha un costo di 20mila euro. Un prezzo conveniente se si considera che legalmente, la pratica parte dai 40mila euro fino a superare i 100mila.

Maternità surrogata Vs adozione: un problema burocratico?

Il Governo italiano sulla maternità surrogata è stato chiaro: “L’utero in affitto è un mercato dei bambini”. Così ha specificato il Ministro Eugenia Roccella. Fratelli d’Italia non fa dietrofront sulla sua idea più volte gridata: “È un reato grave, più grave della pedofilia“. Noi vogliamo andare oltre questi commenti e provare ad ampliare la nostra visione.

La richiesta di surrogazione di maternità in Italia avviene per il 90% da coppie eterosessuali, sebbene le ultime bagarre politiche si siano concentrate maggiormente sulle richieste da parte della comunità Lgbtq+. Chi procede con la richiesta non ha importanza, ma preferiamo porre l’attenzione su un altro fenomeno: che fine hanno fatto le adozioni?

Vorrei provare a mettermi nei panni di un adolescente cresciuto in una casa famiglia che ha visto il passaggio di coppie e bambini come se fosse in un porto di mare. Secondo gli ultimi dati del Dipartimento per la Giustizia minorile e di comunità del Ministero della Giustizia, sono aumentate le domande per le adozioni. Le richieste aumentano, ma il numero delle pratiche andate a buon fine è sempre più basso. Nel 2021 le adozioni sono state 563, a fronte di 200 milioni di bambini negli orfanotrofi del mondo. Una gocciolina in un oceano.

A mettere un freno è senza dubbio la burocrazia, ma intanto i bambini che hanno perso i genitori nel mondo a causa della pandemia, della guerra o della povertà, continuano ad aumentare. In sintesi, è più facile pagare per un utero in affitto, piuttosto che attivare le pratiche per l’adozione. Caro Governo, non permettete che i bambini diventino motivo di scontro politico, così come non permettete che l’aumento della povertà conduca una donna a ‘vendersi’ per soldi e che un bambino non conosca soltanto che i muri di una casa famiglia. Allora ci chiediamo, è giusto comprare un bambino al miglior prezzo con un clic, quando migliaia non riescono a trovare dei genitori?

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