Elezioni 2022 – Nodo Covid. Riusciranno a votare i positivi?

I positivi al Covid possono votare? La domanda è semplice, la risposta non altrettanto: tra circolari di Viminale e prefetture e Comuni, che si sono mossi in ordine sparso, decine di migliaia di persone oggi rischiano di non poter esercitare il loro diritto dovere di voto.

Potevano votare al proprio domicilio fino a 5 giorni fa

I positivi, spiega il Viminale, “possono votare presso il Comune di residenza, facendo pervenire al Sindaco del Comune nelle cui liste sono iscritti, in un periodo compreso tra il 10° e il 5° giorno antecedente quello della votazione, una dichiarazione attestante la volontà di esprimere il voto presso il proprio domicilio” e “un certificato che attesti la sottoposizione a trattamento domiciliare o la condizione di isolamento per Covid-19”. Le circolari delle prefetture ricalcano le disposizioni del Ministero dell’Interno, fissando quindi il termine per la richiesta di voto domiciliare a cinque giorni prima delle elezioni.

Cosa devono fare tutti i cittadini risultati positivi dopo il 20 settembre?

Questa fattispecie ha fatto muovere ogni singolo Comune in maniera autonoma. Nel Comune di Milano la richiesta dell’accertamento di positività da ATS ha causato un ritardo per molti che non hanno fatto in tempo a iscriversi nella lista, chiusa ieri alle 12. A Milano, per esempio, doverà un piccolissima porizione dei 1.200 contagiati al momento.

Chiude invece oggi alle 16 la lista di Anagni. I cittadini potranno richiedere al Comune di votare a domicilio via email.  Marco Rizzo, candidato di Italia Sovrana e Popolare, punta il dito contro direttive ministeriali, “confuse e non semplici da capire” a suo giudizio: “Io voterò a casa – racconta all’Adnkronos – dopo aver fatto richiesta alla Asl di Frosinone. Ho rifatto il tampone stamattina. Ho scritto alla Asl mandando il risultato e il medico mi ha certificato che posso votare a domicilio. Domani verranno a casa e mi faranno votare“.

Direttiva ampia dal Viminale: ogni Comune si regoli a modo suo

Il Ministero aveva comunicato nell’articolo 4 del dl n. 41/2022 la possibilità di “esercitare il diritto di voto a domicilio, il termine è fissato entro il quinto giorno antecedente il voto”. Si tratta però di un termine “da intendersi ordinatorio e non perentorio”, il che comporta “che anche chi facesse richiesta di voto oltre quel termine può farne richiesta al Comune nelle cui liste elettorali è iscritto. Il Comune potrà eventualmente organizzare la raccolta del voto compatibilmente con le esigenze organizzative”.

In sintesi: ogni Comune si regola a modo suo. Ma chi assicura che tutti i Comuni italiani abbiano oggi la possibilità di attivare mezzi perché voti fino all’ultimo positivo? Un’altra categoria, dopo gli studenti fuorisede, che oggi dovrà fare uno sforzo in più – forse uno di troppo – in nome di un suo proprio diritto. E dovere.

(foto di Pixabay)

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