WhatsApp: avviso sulla nuova privacy e gli utenti lo abbandonano

WhatsApp, la ben nota applicazione informatica di messaggistica istantanea, ha riportato in una nota, in merito all’iniziativa del Garante per la Privacy: “Vogliamo che sia chiaro che l’aggiornamento dell’informativa sulla privacy non influisce in alcun modo sulla privacy dei messaggi scambiati con amici o familiari. Non richiede agli utenti italiani di accettare nuove modalità di condivisione dei dati con Facebook. Questo aggiornamento fornisce, invece, ulteriore trasparenza su come raccogliamo e utilizziamo i dati, oltre a chiarire le modifiche relative alla messaggistica con le aziende su WhatsApp, che è facoltativa. Restiamo impegnati a fornire a tutti in Italia una messaggistica privata, crittografata end-to-end“.

Questo è il messaggio con il quale Whatsapp ha avvertito i propri utenti degli aggiornamenti che verranno apportati, dall’8 febbraio, nei termini di servizio e la stessa informativa sul trattamento che verrà fatto dei loro dati personali.

Fuga da WhatsApp

Nel resto del mondo migliaia di utenti, che non sono protetti dal Gdpr, hanno deciso di passare a servizi concorrenti. Oltre al veterano Telegram, è comparso in cima alle classifiche di download Signal. Quest’ultimo ha ottenuto anche l’endorsement del magnate Elon Musk, patron di Tesla e PayPal.

Perché tanti utenti scaricano Telegram

Telegram, fondata nel 2013 dai fratelli Pavel e Nikolai Durov, in pochi anni è diventata il concorrente più temuto da WhatsApp. L’applicazione di messaggistica è stata pensata con lo scopo di fermare la penetrazione del governo russo nella sfera privata dei cittadini.

La società gestita dai Durov si mantiene grazie agli introiti pubblicitari di VK, che si può considerare il Facebook russo. Presto potrebbe essere introdotta una funzionalità sull’app di messaggistica per poter fare pubblicità a pagamento sui gruppi e sui canali.

Perché gli utenti preferiscono Signal

Anche Signal è nata nel 2013, da un gruppo di attivisti per la privacy ed è sostenuta dalla Signal Foundation, un’associazione non profit, finanziata anche da Brian Acton, fondatore di WhatsApp, che ha lasciato la compagnia nel 2017. Finora è stata utilizzata principalmente da giornalisti d’assalto, politici e grandi imprenditori per tutelare i propri dati. Signal utilizza infatti un sistema di crittografia molto avanzato, sempre end-to-end, ed è tra le app di messaggistiche che raccolgono meno informazioni personali dell’utente. L’applicazione è open source. Significa che chiunque può avere accesso al suo codice per verificarne la sicurezza, al contrario di WhatsApp.

Per informazioni scrivere a: info@tfnews.it