Rubin Ritter, top manager di Zalando, ha annunciato che lascerà a maggio il suo incarico per dedicarsi alla famiglia e fare il papà a tempo pieno.
Ritter ha dichiarato: “Dopo oltre 11 anni ineguagliabili, nei quali Zalando per me ha avuto la priorità assoluta, vorrei dare una nuova direzione alla mia vita e dedicarmi alla mia famiglia che cresce. Io e mia moglie siamo d’accordo sul fatto che adesso la sua carriera avrà la priorità“.
Ex start-up, fondata a Berlino nel 2008, Zalando è ad un passo per passare dal MDAX al Dax, cioè la piazza finanziaria dei colossi in Germania. Il Gruppo, che conta un totale di 14 mila dipendenti e 35 milioni di clienti sparsi in 17 paesi del mondo, sarà guidato dagli altri due Co-Ceo, Robert Gentz e David Schneider, da quanto ha reso noto l’azienda.
Il colpo di scena di Ritter significa per il colosso berlinese anche un recupero d’immagine notevole, dopo che l’azienda era stata criticata per anni per la presenza totalmente maschile muro al comando. Il Capo del Consiglio di sorveglianza di Zalando, Cristina Stenbeck, ha sottolineato in un comunicato il “rammarico” per l’addio di Ritter, ma ha aggiunto di avere “il massimo rispetto” per i suoi motivi.
Ma il problema delle “quote zero” in molte importanti aziende tedesche è diventato talmente imbarazzante da spingere di recente persino Angela Merkel ad appoggiare una legge per imporre più donne al comando. E nella lunga era della prima cancelliera donna, il gender gap, la differenza tra stipendi tra uomini e donne, è migliorato di pochissimo.
