Israele costruisce corridoio che divide in due la Striscia

Le truppe israeliane stanno fortificando il corridoio strategico di Netzarim che taglia la Striscia di Gaza in due costruendo basi, prendendo il controllo di strutture civili e radendo al suolo case.

Il Corridoio Netzarim prende il nome da un insediamento israeliano che si trovava lungo la strada costiera. E’ il secondo “dito” della strategia delle “cinque dita” dell’allora primo ministro israeliano Ariel Sharon che prevedeva di dividere Gaza in segmenti, tutti sotto il controllo di sicurezza israeliano. Il piano venne attuato solo parzialmente prima che Sharon ordinasse il ritiro israeliano da Gaza nel 2005. ”Non sorprende che Israele sia tornato indietro e abbia stabilito questo come un nuovo corridoio”, ha detto il tenente colonnello Jonathan Conricus, membro della Fondazione per la difesa delle democrazie ed ex portavoce delle Idf ”Lì il terreno è il più favorevole e si adatta agli scopi militari”, ha spiegato.

L’asse Netzarim è stato tra i primi obiettivi delle truppe israeliane dopo aver invaso Gaza in risposta all’attacco guidato da Hamas del 7 ottobre, spingendosi fino a dividere in due la Striscia. Entro il 6 novembre, le truppe avevano tagliato una pista informale e tortuosa verso il mare che consentiva ai veicoli blindati di raggiungere al-Rashid Road, un’importante arteria stradale nord-sud che corre lungo la costa di Gaza.

Nei mesi di febbraio e marzo, le truppe israeliane hanno formalizzato il corridoio costruendo una strada diritta poche centinaia di metri a sud. L’ultimo tratto della strada, più vicino alla costa, è stato completato tra il 5 e il 9 marzo, come mostrano le immagini satellitari.

“La strada consente ai veicoli militari di viaggiare da un lato all’altro della Striscia in soli sette minuti, offrendo ai soldati un accesso rapido e senza ostacoli al nord e al centro di Gaza. E’ stato utilizzato come Base operativa per i recenti attacchi delle Idf a Zeitoun, nel nord di Gaza” – ha detto un funzionario militare israeliano parlando a condizione di anonimato.

Lo dimostrano immagini satellitari e testimonianze dirette di uno sforzo che secondo gli analisti militari e gli esperti israeliani fa parte di un progetto su larga scala. Ovvero quello destinato a rimodellare la Striscia di Gaza e a radicarvi la presenza militare israeliana.

Come scrive il Washington Post, da marzo le forze israeliane hanno costruito tre basi operative nel corridoio. Raggiungendo il mare, la strada/corridoio incontra un nuovo punto di scarico per un molo galleggiante americano per portare più aiuti a Gaza.

Israele insiste che non intende rioccupare permanentemente la Striscia di Gaza, che le sue truppe hanno controllato per 38 anni fino al ritiro nel 2005. Tuttavia, la costruzione di strade, avamposti e zone cuscinetto negli ultimi mesi indica un ruolo crescente per l’esercito israeliano nel dopoguerra.

Il Premier israeliano Benjamin Netanyahu ha rilasciato pochi piani concreti per il ”giorno dopo”, ma ha più volte promesso di mantenere un controllo di sicurezza ”indefinito” sull’enclave. Oltre a condurre futuri raid dall’esterno, le truppe israeliane potrebbero aver bisogno di ”essere all’interno’di Gaza per garantire la smilitarizzazione di Hamas” – ha detto Netanyahu.

Oltre all’influenza nei negoziati, il controllo del corridoio dà all’esercito israeliano una preziosa flessibilità, permettendo alle truppe di essere dispiegate rapidamente in tutta l’enclave. Fornisce inoltre alle Forze di Difesa Israeliane la capacità di mantenere il controllo sul flusso di aiuti e sul movimento dei palestinesi sfollati, cosa che, secondo loro, è necessaria per impedire ai combattenti di Hamas di riorganizzarsi. Secondo un’analisi di Adi Ben-Nun dell’Università Ebraica, almeno 750 edifici sono stati distrutti per creare una “zona cuscinetto” che si estende per almeno 500 metri su entrambi i lati della strada. Altri 250 edifici sono stati rasi al suolo nella zona del molo americano.

Le Idf hanno rifiutato di commentare lo sgombero degli edifici attorno al corridoio, affermando di non poter rispondere a domande operative durante una guerra in corso. Esperti militari affermano che fa parte di un rimodellamento su larga scala e a lungo termine della geografia di Gaza, che richiama i passati piani israeliani di dividere Gaza in cantoni più facili da controllare. ”Ciò di cui abbiamo bisogno è la piena libertà di operazione per le Idf ovunque a Gaza” – ha dichiarato Amir Avivi, Generale di Brigata della Riserva ed ex Vicecomandante della Divisione di Gaza delle Forze della Difesa israeliane.

Condividi
Per informazioni scrivere a: info@tfnews.it