“Ufficialmente, non lo ammetteremo. Ma allo stesso tempo, posso offrire alcuni dettagli”. Così il Generale Vasyl Malyuk, Alto ufficiale del Servizio di Sicurezza ucraino Sbu, in un lunga intervista concessa all’emittente Ictv e ripresa dal Kyiv Post, rivela una campagna di omicidi “forse” gestita dall’agenzia di spionaggio nazionale ucraina, che ha portato all’uccisione di più di una dozzina di cittadini ucraini che collaboravano con il Cremlino nei territori occupati dai russi nella guerra iniziata nel 2022.
Dall’invasione su larga scala da parte della Russia nel febbraio 2022, gli agenti segreti hanno preso di mira “moltissime” persone responsabili di crimini di guerra ed attacchi contro cittadini ucraini ed hanno operato in profondità dietro le linee “nemiche”, anche in Russia. Secondo Malyuk, la campagna di omicidi, gestita attraverso reti di agenti segreti e clandestini, ha colpito in primo luogo cittadini ucraini che collaboravano con le autorità di occupazione del Cremlino nell’arrestare e torturare altri ucraini.
A seguito dell’intervista, martedì un tribunale di Mosca ha emesso un mandato di arresto per Malyuk con l’accusa di aver partecipato ad “atti terroristici” in violazione della legge della Federazione Russa, rende noto il Kyiv Post.
Nell’intervista, Malyuk offre molti dettagli su molteplici uccisioni e sui presunti processi interni del governo ucraino che le autorizzano.
Tra i bersagli, Malyuk cita l’ucraino Vladlen Tatarsky, propagandista del Cremlino, personalità mediatica, preso di mira a causa del suo servizio militare contro l’esercito ucraino nel 2014-16 e le sue richieste di eliminare gli ucraini come nazione, attraverso un genocidio sponsorizzato dallo stato, se necessario. Una statuetta piena di esplosivo ha ucciso Tatarsky in un caffè di San Pietroburgo il 2 aprile 2023.
Molti altri sono i nomi citati nell’intervista, dove Malyuk non nasconde che il numero di omicidi mirati contro chi collabora con le forze di invasione “è sostanziale ed è probabile che ne avvengano altri”. Tra tutti cita anche il tentato omicidio del filosofo e politico russo e stretto alleato di Vladimir Putin, Aleksandr Dugin. Fallito perché il bersaglio il 20 agosto 2022 ha scambiato auto con la figlia, uccisa nell’esplosione di una bomba.
“Gli operatori della SBU – ha poi tenuto a far sapere – stanno conducendo anche una campagna contro le raffinerie di petrolio russe utilizzando droni kamikaze a lungo raggio. In circa 10 settimane gli attacchi hanno ridotto la produzione nazionale russa di prodotti petroliferi del 12%”.
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