Mottarone. Tadini ai domiciliari, Nerini e Perocchio liberi

Gabriele Tadini, Caposervizio della funivia, ai domiciliari. Liberi Luigi Nerini, gestore dell’impianto, e Enrico Perocchio, Direttore di esercizio. Così ha deciso il Gip di Verbania, Donatella Banci Buonamici, in merito ai fermi, avvenuti nella notte fra il 25 e il 26 maggio, per l’incidente sul Mottarone costato la vita a 14 persone.

Tadini ai domiciliari. Perocchio: disperato per le vittime

Per il Giudice è sufficiente la misura dei domiciliari per Tadini che ha confessato l’uso del forchettone. Mentre per Nerini e Perocchio, che hanno negato di sapere del freno d’emergenza, non ci sono elementi probatori sufficienti per la misura cautelare. In particolare, Nerini, affiancato dall’avvocato Pasquale Pantano, spiega che sicurezza e manutenzione non sono responsabilità dell’imprenditore. Responsabili sono invece le ditte che se ne occupano e, nello specifico, caposervizio  e direttore di esercizio, ovvero rispettivamente Tadini e Perocchio.

Sono contento di tornare dalla mia famiglia, ma sono disperato per le quattordici vittime“, dice il Direttore di esercizio della funivia del Mottarone, Enrico Perocchio, lasciando il carcere di Verbania. “L’errore è stato mettere i forchettoni per ovviare ad un problema che si sarebbe risolto – aggiunge -. Se avessi saputo che erano stati messi non avrei avvallato la scelta, in carcere stavo male per le persone mancate e per la mia famiglia“.

Resta aperta la questione della fune spezzata

Perocchio non riesce a dare una spiegazione logica, invece, in merito allo spezzarsi della fune. “Tutte le manutenzioni sono state fatte – aggiunge – ora vedremo dalle analisi. Io quel giorno sono partito immediatamente appena ho saputo della strage, mi sono sentito morire quando ho saputo delle accuse dei PM, ho sentito come un macigno addosso“. Poi torna sulle sue responsabilità e chiarisce che che “fisicamente non toccava a me guardare” se i forchettoni sui freni erano rimasti inseriti. “Non so perché Tadini abbia detto che io ho avvallato la sua scelta“, ha proseguito spiegando ancora che “questa tragedia la ricorderò tutta la vita“. Ha infine precisato di non aver “mai ricevuto da Nerini“, il gestore dell’impianto, “pressioni per mantenere la funivia aperta“.

 

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