Royal Family: da 50 anni esonerati dalle leggi antidiscriminazione

Secondo alcuni documenti esclusivi visionati dal Guardian, in passato Buckingham Palace ha negoziato delle “controverse clausole” perché la Regina e tutti i membri della Royal Family fossero esenti dal rispetto delle leggi che vietano la discriminazione razziale e di genere nel Regno Unito.

I documenti testimoniano come la Royal Family abbia escluso deliberatamente per decenni “stranieri e immigrati di colore” da qualunque ruolo d’ufficio anche sotto il regno di Elisabetta II. Esclusione anche per tutti quei ruoli di responsabilità e di “potere“. La negoziazione delle speciali condizioni è avvenuta nel corso degli anni Settanta e sono ancora valide tutt’oggi.

Fra i documenti più “scottanti” visionati dal Guardian, c’è una lettera risalente al 1968 firmata da TG Weiler;  Weiler fu un alto funzionario dell’epoca con il ruolo di chief financial manager a servizio della Royal Family. La lettera serviva a chiarire nero su bianco come non fosse “pratica della casa reale, assegnare incarichi amministrativi (clerical roles) a immigrati di colore o stranieri“. A loro l’accesso era riservato nei ranghi della “servitù“.

Questo “privilegio” di cui la Royal Family non ha negato l’esistenza, in un comunicato di risposta partorito oggi, precisa come nel frattempo sia stata varata una “procedura speciale” attraverso la quale la sovrana è adesso in grado di ricevere e accogliere reclami contro ogni forma di disparità. Dopo l’ormai nota intervista concessa a Oprah Winfrey dal principe Harry e sua moglie Meghan Markle, la Royal Family era già stata al centro delle polemiche per le presunte discriminazioni. In quell’occasione Meghan Markle aveva denunciato alcuni atteggiamenti razzisti nell’ambiente reale.

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