Vittoria di Jacobs. Inghilterra e USA muovono le prime accuse

Mentre l’Italia festeggia la vittoria di Marcell Jacobs, i media stranieri lanciano delle accuse. Il Washington Post scrive: “Gli annali dello sport pieni di campioni che esplodono e poi si rivelano dopati”.

Se da una parte alcuni media si complimentano per l’oro vinto dall’Azzurro, dall’altra c’è chi non la pensa così. E’ il caso dell’Inghilterra e USA.

“Il nuovo campione olimpico dei 100 metri, Marcell Jacobs, è sceso sotto i 10 secondi per la prima volta a maggio. È venuto qui, ha corso 9”84 in semifinale e 9”80 per vincere. Ah, bene”. Questo è ciò che ha scritto l’inglese Matt Lawton, corrispondente per il Times alle Olimpiadi di Tokyo. Moltissime le critiche che lo hanno inondato, anche da parte di alcuni suoi connazionali.

Anche l’America fa la sua parte. “Un 26enne che fino a questa primavera si esibiva alla periferia dello sprint d’elite, Jacobs, ha vinto i 100 metri in 9”80 e si è guadagnato il titolo non ufficiale di uomo più veloce del pianeta. Solo i più caldi appassionati dell’atletica avevano sentito parlare di Jacobs. I bookmaker lo quotavano tra 8-1 e 10-1, un outsider. L’americano Fred Kerley, che ha vinto l’argento con il suo record personale di 9”84, ha detto ‘Non sapevo niente di lui’, parlando dell’uomo che ha raccolto l’eredità di Bolt come campione olimpico”. Queste le parole del Washington Post.

E poi ancora: “Prima del 2021, Jacobs non aveva mai corso i 100 metri in meno di 10”03, un risultato che non lo avrebbe qualificato per i Trials Usa di giugno. Alla fine della serata di domenica, solo 10 uomini” nella storia “avevano corso i 100 metri più velocemente di lui”. “Non è colpa di Jacobs -afferma il quotidiano americano- se la storia dell’atletica è legata a sospetti per improvvisi e enormi progressi. Gli annali dello sport sono pieni di campioni che esplodono e poi si rivelano dopati. Sarebbe scorretto accusare Jacobs. Sarebbe parziale non riconoscere il contesto dei suoi risultati. Jacobs merita il beneficio del dubbio. Il suo sport, però, no”.

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