Laura Ziliani: il corpo ritrovato è il suo. La conferma arriva dall’autopsia

Il cadavere ritrovato lo scorso 8 agosto è proprio quello di Laura Ziliani. La donna era scomparsa l’8 maggio e a dare l’allarme erano state le figlie che poi furono iscritte nel registro dedgli indagati.

Lo ha stabilito l’autopsia affidata al dipartimento medico degli Spedali Civili di Brescia, confermando i sospetti degli inquirenti nei giorni scorsi. Secondo quanto riportato dal Giornale di Brescia, la vigilessa è stata riconosciuta grazie a una cisti sotto il piede e gli orecchini ai lobi del cadavere. È quanto emerge dall’autopsia effettuata dal medico legale Andrea Verzeletti agli Spedali Civili di Brescia. Sul corpo non ci sono segni di violenza.

Ad accorgersi del cadavere l’8 agosto era stato un bambino di 10 anni che aveva visto spuntare un piede dalla fanghiglia e dal pietrisco sulle rive del fiume Oglio. Per avere la certezza assoluta, anche genetica, si resta in attesa dell’esito dell’esame di laboratorio con la comparazione del Dna, che avrà bisogno di circa una settimana. Intanto proseguono le indagini degli inquirenti.

Per la scomparsa di Laura Ziliani, residente a Brescia e impiegata in comune a Roncadelle, sono indagate da fine giugno le due figlie di 19 e 27 anni e il fidanzato di quest’ultima, con l’accusa di omicidio volontario e occultamento di cadavere. I sospetti degli investigatori, coordinati dal Pm Caty Bressanelli, deriverebbero dai presunti “buchi” nei loro racconti. La scientifica ha già fatto approfondimenti sia nella casa di Brescia, dove la donna viveva, sia in quella di Temù dove Laura Ziliani si recava spesso nel weekend.

Procura e Forze dell’ordine dovranno soprattutto chiarire perché il cadavere è stato trovato senza vestiti e con il capo rasato. La donna addosso non aveva alcun abito da montagna o da trekking ma solo brandelli di quella che in origine era probabilmente una vestaglia o un pigiama. Elementi che sembrano far allontanare definitivamente l’ipotesi di un gesto volontario o di un incidente in montagna. La pista battuta dagli inquirenti è quella dell’omicidio. 

Per accertare le cause della morte ora si devono attendere gli esiti degli esami tossicologici.

 

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