Terminato il Consiglio dei Ministri che ha approvato la Nota di aggiornamento al Def. Lo riferiscono fonti di Governo presenti alla riunione. Ecco le misure contenute nella bozza approvata in CdM.
L’obiettivo che il Governo si è dato di vaccinare l’80 per cento della popolazione sopra ai dodici anni con doppia dose sarà conseguito nei prossimi giorni; oltre l’83 per cento degli italiani over 12 ha già ricevuto almeno una dose vaccinale e a più del 6 per cento è già stata somministrata una terza inoculazione di richiamo. A inizio estate si è assistito ad una ripresa dei contagi da Covid-19, anche per via della diffusione della variante Delta del SARS-Cov-2, più contagiosa. Tuttavia, nel mese di settembre la ‘quarta ondata’ dell’epidemia ha rallentato, e gli ultimi dati indicano meno di 40 contagi alla settimana per 100 mila abitanti”, si legge nella premessa che accompagna la Nota di aggiornamento del Def.
Dalla metà del prossimo anno, grazie al ritorno graduale ai ”normali livelli di apertura nelle attività sociali, culturali e sportive” sarà possibile raggiungere ”il livello di pil trimestrale precrisi entro la metà del prossimo anno”. Da quel momento ”comincerà la fase di vera e propria espansione economica, che porterà la crescita del pil e dell’occupazione nettamente al disopra dei ritmi registrati nell’ultimo decennio’‘, quanto si legge nella bozza.
Il superbonus al 110% è stato confermato. “Il sentiero programmatico per il triennio 2022-2024 – si legge nell’introduzione della Nadef – consente di coprire le esigenze per le cosiddette politiche invariate e il rinnovo di numerose misure di rilievo economico e sociale, fra cui quelle relative al sistema sanitario, al Fondo di Garanzia per le PMI e agli incentivi all’efficientamento energetico degli edifici e agli investimenti innovativi. Si sarà inoltre in grado di attuare la riforma degli ammortizzatori sociali e un primo stadio della riforma fiscale. L’assegno unico universale per i figli verrà messo a regime“, recita inoltre la bozza.
La pressione fiscale scenderà di circa 0,9 punti percentuali rispetto al 2020, collocandosi al 41,9% del pil nel 2021. Il prossimo anno ”si manterrà pressoché stabile, al 42%, mentre per gli anni seguenti è atteso un calo medio di circa 0,2 punti di pil all’anno, fino a raggiungere il 41,5 per cento del pil nel 2024”, continua la bozza.
Secondo quanto emerge dalle tabelle contenute nella bozza , la fase espansiva dell’economia italiana durerà fino al 2024; in questi anni l’extra deficit sarà di quasi 77 miliardi di euro. Il quadro tendenziale mostra per il 2022 un deficit al 4,4% che diventa del 5,6% in quello programmatico, con un incremento di 1,2 punti percentuali. L’anno successivo l’indebitamento passa dal 2,4% tendenziale al 3,9% programmatico (+1,5 punti percentuali) e nel 2024 si passa dal 2,1% al 3,3% (+1,2 punti percentuali). In euro vuol dire +22,7 miliardi il prossimo anno, a cui si aggiungono 29,6 miliardi nel 2023 e altri 24,5 miliardi nel 2024 per un totale di 76,8 miliardi nel triennio.
Introduzione del Ministro Franco
La Nadef “prospetta uno scenario di crescita dell’economia italiana e di graduale riduzione del deficit e del debito pubblico. L’intonazione della politica di bilancio rimane espansiva nei prossimi due anni e poi diventa gradualmente più focalizzata sulla riduzione del rapporto debito/pil”, quanto si legge nell’introduzione della bozza firmata dal ministro dell’Economia, Daniele Franco. ”Le prospettive di ulteriore recupero del pil nei prossimi trimestri sono legate in primo luogo all’evoluzione della pandemia e della domanda mondiale. Ma saranno anche influenzate dalle carenze di materiali e componenti e dai forti aumenti dei prezzi dell’energia registrati negli ultimi mesi, fattori che impattano anche sui costi di produzione delle imprese e possono ostacolarne i piani di produzione” – si legge ancora.
Per il Ministro, inoltre, “gli incrementi del pil che stiamo registrando riflettono già alcuni incentivi all’innovazione e all’efficientamento energetico finanziati dal Pnrr, ma non ne incorporano ancora il forte impulso agli investimenti pubblici, peraltro già in notevole crescita”.
”Grazie anche al recupero di competitività testimoniato dall’espansione del surplus commerciale del Paese, la nuova previsione tendenziale indica tassi di crescita del pil reale pari al 4,2% nel 2022, 2,6% nel 2023 e 1,9% nel 2024′. Queste proiezioni porterebbero il pil ”al disopra del trend precrisi nel 2024”, sottolinea il Ministro Franco.