GdF La Spezia - immigrazione

GdF – La Spezia, immigrazione clandestina: operazione “Fake Working”

Questa mattina 50 finanzieri del Comando Provinciale della Spezia hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali nei confronti di 5 soggetti, due dei quali posti agli arresti domiciliari, accusati di essere promotori, organizzatori e membri di un’associazione a delinquere che era dedita a favorire illegalmente l’ingresso e la permanenza nel territorio nazionale di soggetti extracomunitari privi della cittadinanza o del titolo di residenza permanente.

Il provvedimento giunge a conclusione di una complessa ed articolata indagine, inizialmente intrapresa nell’alveo del sommerso d’azienda e del lavoro irregolare. Le indagini hanno consentito di disvelare l’esistenza di una vera e propria organizzazione criminosa, strutturata, collaudata e con una precisa ripartizione di compiti tra i sodali, finalizzata al favoreggiamento aggravato dell’immigrazione clandestina, anche mediante la commissione di reati tributari e contro la fede pubblica.

In particolare, i due promotori, cointeressati nella gestione dell’impresa quali amministratore di diritto e di fatto della medesima, si sarebbero avvalsi della fattiva collaborazione di tre cittadini stranieri che, intercettate le esigenze e le aspirazioni di soggetti extracomunitari circa il rilascio di permessi di soggiorno o il rinnovo di quelli in scadenza, prospettavano loro, quale idonea soluzione e previa corresponsione di “tariffe” predeterminate o in contanti o mediante ricariche su carte postepay nella disponibilità degli indagati, la stipula di contratti di lavoro fittizi con l’azienda e l’elaborazione di buste paga e certificazioni uniche del reddito parimenti fasulle.

Sulla scorta delle risultanze investigative, sono 252 i soggetti extracomunitari che si sono avvalsi dei servizi offerti dal gruppo criminoso al fine di conseguire il titolo di soggiorno in violazione delle disposizioni contro le immigrazioni clandestine. È stato anche possibile accertare come 143 dei soggetti individuati avessero poi prodotto istanze volte alla percezione, indebita, di misure di sostegno al reddito quali il reddito di emergenza e il reddito di cittadinanza, contributi economici per la cui erogazione costituiscono requisiti imprescindibili la residenza nel territorio nazionale e il possesso di regolare permesso di soggiorno e che erano stati loro erogati già per circa 600 mila euro.

Specifiche e circostanziate segnalazioni verranno tempestivamente trasmesse alle Questure ed all’I.N.P.S. ai fini dell’adozione dei conseguenti provvedimenti di competenza.

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