Fuggono gli ucraini. Per chi resta, in campo le ONG

Un borsone con pochi oggetti personali dentro e alcuni ricordi di una vita buttati in un’auto. Fuggono gli ucraini e coloro che hanno i soldi per permettersi il viaggio.

Sui social girano foto che mostrano serpentoni di auto diretti verso Ovest e i gruppi di civili a piedi diretti verso i confini meridionali e occidentali.

Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati ha dichiarato: “Abbiamo già avuto notizie di vittime e di persone che hanno iniziato a fuggire dalle loro case per mettersi in sicurezza”. Intanto l’Unhcr aumenta gli sforzi in campo e invita i Governi dei Paesi vicini “a mantenere le frontiere aperte a coloro che cercano sicurezza e protezione”.


Secondo alcune fonti oltre 4 mila ucraini hanno già trovato rifugio in Moldavia. Nella Polonia orientale,  in un magazzino della città di Lublino, la Croce rossa ha iniziato a raccogliere tonnellate di cibo in scatola e pacchi di aiuti umanitari. É stato allestito anche un treno, con attrezzature sanitarie, per trasportare i civili feriti dal confine ucraino verso gli ospedali polacchi.

La Germania ha già assicurato supporto ai Paesi dell’Europa centrale e orientale, in particolare alla Polonia, mentre i media tedeschi parlano di un flusso di profughi che potrebbe variare dalle 200 mila fino ad un milione di persone in arrivo verso l’Europa. Secondo l’Ambasciatrice USA all’Onu Linda Thomas-Greenfield i rifugiati possono diventare cinque milioni.

Intanto in Ucraina, direttamente sul territorio, continuano a lavorare varie Ong. Tra queste Medici Senza Frontiere, presente nel Donetsk e nella regione di Lugansk dove supporta i più vulnerabili e i pazienti Hiv. Tra le Ong italiane ci sono i volontari di Soleterre che assiste i bambini ucraini malati di cancro.

Da Kiev, rinchiusa in un rifugio, la rappresentante Natalia Onipko, spiega: “Questi bambini non lottano per la vita solo perché malati di cancro, ma anche perché un pazzo dalla Russia vuole la loro vita, e si ricordano ancora del 2014”.

Openpolis e ActionAid hanno pubblicato online la prima piattaforma in Italia (https://centriditalia.it/home) che monitora tutti i centri di accoglienza nel paese.

Con la nuova piattaforma vengono messi a disposizione, per la prima volta in Italia, tutti i dati relativi alle strutture di accoglienza, alle presenze di richiedenti asilo e rifugiati, ai posti disponibili nei centri, ai costi per la loro gestione, fino ai dettagli geolocalizzati del singolo centro di accoglienza, per ogni Provincia e ogni Comune del paese.

Per chi invece deve restare, non rimane che rifugiarsi per evitare gli scontri e le bombe. Le strade sono piene di uomini e donne che cercano un posto sicuro, dove smettere, almeno per un secondo, di avere paura.

Molti cittadini di Kiev hanno trovato riparo nelle stazioni della metropolitana, che le autorità cittadine avevano indicato come possibile rifugio anti aereo.

I bambini sono i soggetti che preoccupano di più e che si tenta di salvare.  Secondo ’Save the Children’ nell’Ucraina orientale “più di 400mila minori vivono nelle aree ad alto rischio per gli  impatti diretti della presenza di soldati e artiglieria, che includono la possibilità di essere feriti o uccisi da pistole, mine e armi esplosive, o di essere sfollati dalle loro case”.

Molti di questi piccoli hanno un legame speciale con l’Italia, ad esempio con l’ospedale Bambin Gesù e Franco Locatelli, Presidente del Consiglio Superiore di Sanità e oncologo pediatrico, dichiara: “In Ucraina mancano farmaci antiblastici e gli sforzi profusi vanno rivolti ai bambini con neoplasie, perché ai morti di una guerra insensata non vadano sommati quelli di chi non può avere le terapie”. 

 

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