Gas, l’eredità di Draghi a Meloni. Martedì la prima prova

Nella lista dei temi che Meloni erediterà da Draghi c’è anche tutta la questione del gas, dei prezzi prima che dell’approvvigionamento.

Draghi, come noto, è riuscito, dopo una battaglia durata molti mesi e condotta mai da solo, ma in alleanza con la Francia e altri Paesi, a far inserire nelle conclusioni del Consiglio Europeo alcuni nodi fondamentali. Nelle conclusioni, infatti: riferimento diretto a un “corridoio dinamico e temporaneo” per i prezzi del gas naturale, necessità di trovare un nuovo benchmark europeo per il metano che sostituisca il Ttf, forme di finanziamento europee della risposta alla crisi energetica e riforma del mercato elettrico che ‘disaccoppi’ il prezzo del gas da quello dell’energia elettrica.

Prossima fase: presentare “con urgenza” decisioni “concrete”

Adesso il Consiglio Europeo invita la Commissione e il Consiglio a presentare “con urgenza” decisioni “concrete”. Questo per arrivare, tra l’altro, a un “corridoio dinamico di prezzo sulle transazioni sul gas naturale per limitare immediatamente gli episodi prezzi di gas eccessivi”. Con una postilla:“tenendo conto delle salvaguardie delineate nell’articolo 23 comma 2 della bozza di regolamento proposta il 18 ottobre scorso” dalla Commissione.

Il comma prevede ben otto ‘caveat’. Fra questi, dovrà cioè applicarsi alle transazioni sul Ttf, la piazza virtuale basata in Olanda gestita da Gasunie che è il benchmark attuale per il prezzo del metano. Prezzo che per Macron “è imperfetto, perché basato principalmente sui gasdotti e sulla situazione in Norvegia e Olanda”. Altri hub europei “potrebbero essere legati al prezzo spot Ttf corretto attraverso un corridoio di prezzo dinamico” non deve “pregiudicare gli scambi di gas over the counter”, cioè fuori dai mercati regolamentati. Inoltre, non deve “mettere a rischio la sicurezza delle forniture di gas dell’Unione”, non deve produrre “un aumento complessivo dei consumi di gas”, deve essere disegnato in modo da “non prevenire” i flussi intra UE di gas. Infine, non deve “pregiudicare il funzionamento ordinato dei mercati dei derivati” deve tenere conto dei prezzi del gas “nei diversi mercati dell’UE”.

Gas, l’Italia finora ha speso 66 miliardi di euro, tutti a debito

Mario Draghi, abituato da anni a trattare con i tedeschi, ha fatto presente che il pacchetto così com’era entrato in Consiglio era tutto sbilanciato sulla solidarietà in materia di scorte e condivisione del gas, a discapito di quella in materia di prezzi. L’Italia finora ha speso 66 mld di euro, tutti a debito, per arginare le conseguenze del caro gas su famiglie e imprese.

Puntanto sui prezzi, l’ex Presidente della BCE ha fatto semplicemente presente che l’Italia, “con un po’ di sforzo”, può rendersi completamente “indipendente” sia dal gas russo che da quello che arriva dal Nord Europa. Draghi ha ribadito: il problema non è la scarsità di gas, “che esportiamo”, bensì il prezzo al quale viene importato.

Passaggio a Meloni: martedì prima riunione a Lussemburgo

Citare un meccanismo per correggere i prezzi del gas nelle conclusioni dell’EUCO “sembrava impossibile”, ha ricordato Draghi, eppure dopo mesi di battaglie “ci siamo riusciti”. Draghi ci è riuscito solo con interventi molto duri, sia all’informale di Praga che nel Consiglio a Bruxelles. Ora toccherà a Giorgia Meloni portare avanti la battaglia, con Gilberto Pichetto Fratin all’Energia e Raffaele Fitto agli Affari Europei.

(foto di Pixabay)


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