Russia, raid su navi Crimea. Mosca blocca esportazioni

Mosca ha deciso di sospendere a tempo indeterminato l’intesa sul grano sottoscritta a luglio, dopo avere denunciato un “massiccio” attacco con droni contro le proprie navi in Crimea, che sarebbe stato condotto dagli ucraini con l’assistenza dei britannici.

Londra e Kiev hanno respinto le accuse, rinfacciando ai russi di aver utilizzato un “falso pretesto” per tornare a ricattare il mondo. E tra la comunità internazionale, a partire dall’Onu, è scattato l’allarme per l’approvvigionamento dei cereali, soprattutto ai Paesi più poveri. I raid nella baia di Sebastopoli sono iniziati nelle prime ore del mattino, ha riferito il governatore della penisola annessa a Mosca nel 2014, Mikhail Razvozhaev, che ha definito l’attacco delle forze armate ucraine come “il più massiccio” dall’inizio del conflitto. Il ministero della Difesa di Mosca, in seguito, ha spiegato che il nemico ha preso di mira le navi della flotta del Mar Nero con “nove droni e sette veicoli marini autonomi senza pilota”, e “tutti gli obiettivi aerei sono stati distrutti”. Soltanto una dragamine, la Ivan Golubets, avrebbe subito “lievi danni”.

Mosca, “attacco terroristico” condotto da Kiev

Per i russi si è trattato comunque di un “attacco terroristico” condotto da Kiev contro le navi “coinvolte nel garantire la sicurezza del grano”. Con l’aggravante della complicità di un Paese Nato, la Gran Bretagna, che avrebbe contribuito alla preparazione con i suoi specialisti di stanza nell’oblast di Mykolaiv. E che sarebbe implicata persino nei sabotaggi al gasdotto Nord Stream. Abbastanza, per Mosca, per prendere una decisione drastica: la “sospensione a tempo indeterminato dell’attuazione dell’accordo sull’esportazione dei prodotti agricoli dai porti ucraini”. Perché, è stata la motivazione, “la parte russa non può più garantire la sicurezza delle navi civili che partecipano all’iniziativa”. Mosca inoltre sulla questione dei raid in Crimea ha chiesto la convocazione del Consiglio di sicurezza dell’Onu.

(foto di Pixabay)

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