Caso Regeni: la Procura di Roma si è espressa

A dicembre, il Ministro degli Affari Esteri, Luigi Di Maio scrive su FaceBook così sul caso Regeni: “sui diritti umani nessuno si deve tirare indietro. E l’atroce uccisione di Giulio Regeni riguarda i diritti umani. Per questo l’Italia chiederà a tutti i Paesi membri dell’Ue di prendere una posizione chiara.

Ieri il caso Regeni…

L’obiettivo era quello di coinvolgere l’Unione Europea, paladina dei diritti umani, schierando 27 Paesi in grado di fare pressione, politica ed economica, nei confronti dell’Egitto.

L’Italia intende continuare a chiedere risposte dal Cairo, a cominciare dal silenzio che ha costretto la Procura di Roma a notificare le conclusioni della sua inchiesta con il ‘rito degli irreperibili’.


“La verità sarà naturalmente accertata dal processo, continua Di Maio, ma allo stesso tempo richiede collaborazione da entrambe le parti. Una collaborazione che passa anche per le elezioni di domicilio dei quattro funzionari indagati nel processo e che sono accusati dalla magistratura italiana di essere coloro che hanno determinato la morte di Giulio Regeni”.

Per dare forza a un processo che l’Egitto cerca di ignorare, Roma punta  a coinvolgere le istituzioni europee e tutte le istituzioni internazionali.

Il punto non è “cercare i colpevoli, ma processare coloro che vengono identificati come colpevoli dalla nostra magistratura”.

Oggi…

Oggi, la Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per i quattro 007 egiziani accusati del sequestro, delle torture e del caso dell’omicidio di Giulio Regeni.

Per il Generale Tariq Sabir le accuse variano dal sequestro di persona pluriaggravato al concorso in omicidio aggravato e concorso in lesioni personali aggravate.

In una nota la Procura capitolina afferma che “nella mattinata odierna, nel procedimento per il sequestro, la tortura, e l’omicidio di Giulio Regeni e non essendo intervenuto alcun fatto nuovo dopo la notifica dell’avviso di conclusioni delle indagini, ha depositato la richiesta di rinvio a giudizio negli uffici del Giudice dell’udienza preliminare nei confronti dei quattro cittadini egiziani appartenenti agli apparati di sicurezza”.

 

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