Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, si sono confrontati al Quirinale, dopo il Consiglio supremo di Difesa.
I casi Delmastro, Santanché e La Russa sono ostici per i rapporti di Governo. La riforma della Giustizia attende il via libera da parte del Presidente per l’invio alle Camere. La firma ci sarà e spetterà poi a Camera e Senato affrontare i nodi. Il Quirinale sarà chiamato a una nuova verifica prima della promulgazione. In questa logica, il capo dello Stato avrebbe sondato la premier per capire fino a che punto ci sia una disponibilità ad aprire un confronto con le toghe su alcuni punti del ddl. La posizione della premier è chiara, confermano fonti dell’esecutivo, è quella ribadita a Vilnius, dove ha criticato il modo con cui Santanché ha saputo di essere indagata e l’imputazione coattiva contro Delmastro, ribadendo poi la volontà di procedere con la separazione delle carriere. Scrive ANSA.
Per il discorso mafia, il Ministro della Giustizia Carlo Nordio ha parlato di rimodulazione. Ma il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, ha frenato: “Non è un tema in discussione, il governo non farà alcun passo indietro nella lotta alla criminalità organizzata. Ci sono altre priorità”. Preoccupano gli effetti che le indagini possono avere sul Governo, ma Giorgia Meloni avrebbe parlato di un’estate di stabilità, senza scossoni, per aprire a settembre il percorso della Finanziaria.